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Caro Mieli, ho letto e molto apprezzato la sua risposta al lettore Giuseppe Troiano di Milano, che denunciava la barbarie rappresentata dal regime carcerario del 41 bis che sta per essere confermato dalla Camera in un c lima di quasi unanimità. Sottolineo in quasi perché, insieme ad un manipolo di garantisti trasversale alle due coalizioni, sono fermamente contrario al provvedimento, contro il quale mi sono battuto in Commissione Giustizia e mi batterò in Aula. Il carcere duro rientra in quelle norme di carattere emergenziale, varate all' inizio degli anni Novanta sotto l' emozione delle stragi di mafia, attraverso le quali si pensava di sconfiggere la criminalità organizzata inserendo nei codici fumose e impalpabili fattispecie criminose e cancellando ogni diritto di libertà e di garanzie processuali nei confronti dei presunti mafiosi. Questa impostazione di politica criminale in questi dieci anni ha fatto la fortuna politica ed economica di alcuni profes sionisti dell' antimafia, ma, purtroppo, ha fallito il suo obiettivo se si pensa che ancora oggi la vita democratica di molte comunità del Mezzogiorno è minata dall' imperversare del crimine organizzato.
Giacomo Mancini
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