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Rassegna stampa [ARCHIVIO ANNI PRECEDENTI]

(IL SOLE 24 ORE)
Esami avvocati, Castelli va avanti

30/5/2003

La riforma dell’esame per gli avvocati si deve fare. Il Ministro della Giustizia, Roberto Castelli, non ha dubbi e sfida la sua stessa maggioranza a votare in Parlamento contro il decreto legge di riordino. Alla prima uscita in commissione giustizia della Camera, mercoledì scorso, il testo governativo è stato messo in discussione dal suo stesso relatore, il forzista Luigi Vitali, che ha preso di mira diversi aspetti della riforma, a partire dall’obbligo dei candidati di spostarsi in commissioni esterne per sostenere gli esami orali, e ha escluso che il decreto possa arrivare in aula (il 9 giugno) nella versione attuale. Ma castelli difende il provvedimento: “Ho parlato con il relatore – ha spiegato il Guardasigilli – che mi ha confermato di non aver mai chiesto il ritiro. Io sono assolutamente determinato a portare avanti il decreto”. E rilancia: “Mi rendo conto che in questo momento potrebbe darsi che non c’è la maggioranza, sarà interessante andare in Aula e vedere di fronte al Paese chi si oppone a un provvedimento di questa natura, che è di un’assoluta equità, rispetto a chi invece vuole portarlo avanti”. Tra Nord e Sud, insiste, ci sono “sperequazioni intollerabili” sull’esito degli esami, dunque è “assolutamente doveroso intervenire”. Del resto, sottolinea il guardasigilli, sul decreto si è registrata larga convergenza da parte dell’avvocatura. E ai microfoni di Radio Padania, Castelli ha aggiunto: “Serve un provvedimento urgente e transitorio già per coprire gli esami di quest’anno, ma poi dobbiamo fare una riforma molto più organica. Bisogna combattere il turismo forense che, non a caso, di trova in certe precise zone geografiche”. Ad alimentare la polemica è l’opposizione: secondo il diessino Giacomo Mancini, se il ministro insisterà con il provvedimento, il decreto sarà bocciato. “Con la riforma che propone – spiega Mancini – Castelli penalizza ancora di più i giovani aspiranti avvocati meridionali che sarebbero costretti a peregrinare per l’Italia in cerca dell’abilitazione che è doveroso, al contrario, che ottengano nello stesso luogo dove hanno svolto la pratica e dove eserciteranno la loro professione”. Altre critiche arrivano dalla Calabria. Il Vice Presidente del Consiglio regionale Giuseppe Bova (Ds), con una mozione, invita il Presidente dell Giunta a chiedere al Governo il ritiro immediato del decreto.
 


 
 
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