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Da Radio Padana Castelli tuona: "La riforma si farà". E il guardasigilli, da buon ingegnere, snocciola numeri e percentuali a supporto della necessità da lui propugnata. Detta in soldoni, Castelli vuole dire basta alle promozioni di massa di Catanzaro e alle percentuali più basse, e per questo, secondo il ministro, più serie, di altre Corti d'Appello, tutte localizzate nel Nord Italia. Dice Castelli: "Se ad esempio a Catanzaro la percentuale dei promosi è del 75%, mentre a Milano è del 20% evidentemente qualcosa non va nel meccanismo". Quindi difense il merito del decreto legge: "Ci sono delle sperequazioni intollerabili. Sempre a Catanzaro, qualche anno fa, su 2300 compiti, 2200 risultarono perfettamente uguali". Per Castelli invece, le percentuali dovrebbero risultare più equilibrate. Pertanto Castelli ha intimato lo stop al relatore che giusto l'altro ieri lo aveva ritirato di fronte alla totale opposizione del decreto della Commissione giustizia.
Ma se il tuono è di Castelli, il fulmine che segue è di Giacomo Mancini jr, deputato Ds-Pse e membro della Commissione Giustizia: "tra nord e sud esistono sperequazioni intollerabili, non certo per come sostiene Castelli nella differenza percentuali dei promossi all'esame degli avvocati, ma, al contrario, nella carenza di infrastrutture, di collegamenti, di occupazione, di servizi e più in generale, di occasioni di crescita offerte ai cittadini. La verità è che Castelli e i suoi alleati si ricordano della Calabria e del Mezzogiorno solo quando devono mandare i loro figli e i loro parenti a sostenere l'esame da avvocato. Con la riforma che propone, il Ministro sortisce l'effetto di penalizare ancor di più i giovani aspiranti avvocati meridionali, che sarebbero costretti a peregrinare per l'Italia in cerca dell’abilitazione che è doveroso, al contrario, che ottengano nello stesso luogo dove hanno svolto la pratica e dove eserciteranno la loro professione”.
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