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Rassegna stampa [ARCHIVIO ANNI PRECEDENTI]

(IL SOLE 24 ORE)
Legali, esami ad alta tensione

29/5/2003

La maggioranza si sfila sul decreto legge avvocati. Ieri in commissione Giustizia della Camera è iniziato l’esame del provvedimento presentato dal Governo per riformare l’esame forense. E il dissenso ha preso corpo già dalla relazione di Luigi Vitali (Forza Italia), che ha messo nel mirino numerosi aspetti del decreto. Quelli meno convincenti anche secondo una parte dell’avvocatura. A partire dal meccanismo predisposto dal ministero della Giustizia per lo svolgimento degli orali. E’ infatti previsto che i candidati debbano farsi esaminare davanti a una commissione esterna, abinata per sorteggio al distretto di Corte d’Appello. Tuttavia, alle critiche di maggioranza e opposizione (Giacomo Mancini dell’Ulivo ha chiesto il ritiro del decreto legge) ha risposto in serata il Ministro della Giustizia, Roberto Castelli: “Il provvedimento varato dal consiglio dei Ministri sana evidenti ingiustizie. Sono disposto – ha detto Castelli – ad accettare alcuni aggiustamenti, ma non lo stravolgimento de decreto. E non sono disposto al suo ritiro. Quella che si sta giocando è una partita tra chi vuole chiarezza e trasparenza e chi invece vuole difendere interessi indifendibili”. Eppure, per Vitali, “non sarebbe una diminuzione della serietà e dell’urgenza della riforma, l’affidamento all’esterno della correzione dei compiti e la conservazione invece ai commissari locali, della valutazione sugli orali. Si eviterebbe così che i candidati debbano essere costretti a girare l’Italia, penalizzandoli rispetto alle procedure in vigore per altre professioni. A essere trasferiti sarebbero solo i compiti, ma a uel punto, sarebbe un problema solo di gestione da parte del ministero”. Una soluzione, quella prospettata da Vitali certo non ancora formalizzata in un emendamento, ma che di sicuro incontrerebbe i favori di una parte dell’avvocatura. Nei giorni scorsi, da parte dell’organismo unitario e della Cassa forense era stato sollecitato un ritorno alla proposta formalizzata ad Arezzo, nella quale era prevista la sola correzione esterna delle prove scritte d’esame. Sullo sfondo resta però la posizione del Consiglio nazionale forense che ha dimostrato di apprezzare lo sforzo del Governo. E, di fronte all’obiezione che senza commissioni esterne per gli orali il progetto del Governo verrebbe fortemente menomato, Viali replica che “dobbiamo cercare la migliore riforma possibile e si potrebbe pensare a introdurre meccanismi alternativi come una preselezione informatica che riduca fortemente il numero degli ammessi agli esami. Più in generale il problema è quello di una revisione complessiva, delle norme di accesso alla professione. Il rischio è di prendere misure che appaiano penalizzanti per una sola categoria, quella degli avvocati. Il decreto sembra invece sposare una soluzione di completa sfiducia nelle possibilità dell’avvocatura di correggersi”. Pollice verso poi, anche per il divieto di utilizzo di codici commentati. “Si tratterebbe – spiega Vitali – di una negazione delle modalità stesse con le quali viene svolta la pratica. I praticanti, infatti, si confrontano quotidianamente con la giurisprudenza e vietargli di utilizzare codici commentati almeno con il riferimento a sentenze, mi sembra un controsenso”. Insomma, si prospetta un faccia a faccia dagli esiti imprevedibili con il ministero della Giustizia. Anche perché ieri, dopo la relazione di Vitali, a parte la Lega, assente, anche dalle altre forze della Casa delle Libertà sono state manifestate perplessità. “Da parte mia c’è la massima disponibilità, anche il problema di una uniformità dei giudizi esiste – afferma Vitali – Ma bisognerà verificare la posizione del Governo”. Ma alla domanda sulla possibilità che il testo arrivi in aula nella versione attuale Vitali è drastico: “Lo escludo”. Ieri pomeriggio il sottosegretario competente per materia, Michele Vietti, non è potuto intervenire. In passato però, lo stesso Vietti non aveva nascosto perplessità, soprattutto nella temporaneità delle misure proposte, in assenza di un progetto di riforma strutturale per accesso e formazione. Intanto, i tempi sono stretti. Il decreto legge dovrebbe sbarcare in aula subito dopo i ballottaggi elettorali, il 9 giugno.
 


 
 
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