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''Sono costretto ad entrare in una polemica di basso profilo condotta con argomentazioni volgari che ha pero' il merito di far comprendere l' assoluta inutilita' dell' attuale Commissione Antimafia, che andrebbe immediatamente sciolta''. Cosi' Giacomo Mancini, dei Ds-L' Ulivo, membro della Commissione Giustizia, commenta le polemiche nate dalle deposizioni rilasciate dal sindaco di Cosenza alla Commissione antimafia. ''Sono lontani i tempi delle presidenze di Alinovi e Chiaromonte - sottolinea Mancini - che con la loro indiscussa specchiatezza morale e la riconosciuta autorita' culturale, hanno permesso di raggiungere contributi importanti ed ancora validi sulla conoscenza ed il contrasto all' emergenza mafiosa. Oggi, invece, alcuni membri della Commissione si limitano a fornire o a ritirare patenti di antimafiosita' che rasentano il ridicolo se solo si ricorda la storia di chi si arroga tale facolta'''. Secondo il deputato, ''dire, come fece Giacomo Mancini nella sua ultima audizione della primavera 2000, che la delinquenza cosentina ha peculiarita' e finalita' decisamente diverse da quelle della criminalita' organizzata che opera sulla costa jonica della provincia di Cosenza e che insanguina da decenni la citta' di Reggio Calabria, significa conoscere la storia e la geografia della nostra regione. Soltanto con questa 'comprensione del reale', scevra da contrapposizioni strumentali utili solo ad accrescere le fortune politiche e patrimoniali di qualche 'professionista dell' antimafia', sara' possible operare a favore della crescita culturale, sociale ed economica della nostra regione che deve passare dal rafforzamento delle istituzioni democratiche guidate da nuove energie''.
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