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Rassegna stampa [ARCHIVIO ANNI PRECEDENTI]

(IL QUOTIDIANO)
Il muro di gomma del 41 bis

15/2/2003

Il 41 bis è "tortura democratica". Non solo secondo Sergio D'Elia di "Nessuno tocchi Caino" e il radicale Maurizio Turco, autori del libro omonimo. Ma anche per il sindaco di Cosenza, Eva Catizone, e per l'on. Giacomo Mancini jr che, nella sala di rappresentanza del Comune, hanno ospitato la presentazione del testo. Nato sull'onda emotiva delle stragi di Capaci e di Via D'Amelio, il "41 bis" è stato stabilizzato nei mesi scorsi. Si tratta di un regime di carcere duro che può essere applicato persino per imputati in attesa di giudizio o colpiti solo da avviso di garanzia. In Parlamento, si è sfiorata l'unanimità. Ma secondo il coordinatore, Paride Leporace, non è un segnale positivo: "C'è attorno al 41 bis una vera e propria omologazione culturale, un muro di gomma. Alcune settimane fa, uno striscione esposto allo stadio di palermo, ha fatto persino gridare all'associazione mafiosa". Per la cronaca, sullo striscione, firmato dagli Ultras rosanero, campeggiava la scritta: "Solidarietà ai detenuti del 41 bis". "Senza dimenticare - prosegue - che il nostro ordinamento prevede il recupero del detenuto". Nella città dei "diritti umani", il sindaco Catizone sottolinea proprio l'aspetto umano della detenzione: "un detenuto è per prima cosa una persona, uomo o donna che sia: proprio per questo ne va tutelata pienamente la dignità umana". Non mancano i toni e gli strali polemici: "in Italia, la riflessione su giustizia e libertà sta assumendo toni grotteschi, se un sindaco non ha la libertà di esporre una bandiera con l'arcobaleno che inneggia alla pace". E ancora: "C'è da essere preoccupati, se si arriva a dichiarare che si dovrebbe sparare ai ladri: è una deriva morale che bisogna arginare al più presto". Chiaro il riferimento alle parole pronunciate, nei giorni scorsi, dal presidente della Commissione Antimafia, Centaro. in un opuscolo diffuso in sala, Mancini jr ha dato risalto alla sua battaglia personale in parlamento, contro la conferma e la stabilizzazione del "41 bis". Il deputato ha presentato alcuni emendamenti che, nel corso della discussione in aula, hanno riscosso un'adesione sempre più trasversale. Coinvolgendo i banchi stessi della Casa delle Libertà, oltre a giuristi come Giuliano Pisapia (Rifondazione). Secondo Mancini è proprio "riappropriandosi delle battaglie di libertà che l'Ulivo potrà tornare a vincere". E ironizza sul nome della compagine di governo: "Si chiama Casa delle Libertà, ma tradisce questo termine, applicando il 41 bis a pieno regime". Non solo. Mancini accenna, anche se solo di sfuggita, al Ponte sullo Stretto. "Senza entrare nel merito, non c'è alcun futuro per o sviluppo del Mezzogiorno se, ogni qual volta nascono progetti che possono creare occupazione, si materializza lo spettro della mafia" chiosa Mancini. Che raccoglie l'elogio dell'autore del libero, Sergio D'Elia. "Avere ospitato la presentazione di questo libro - rimarca D'Elia rivolgendosi ai presenti - fa onore al vostro parlamentare e al vostro sindaco. Ma anche alla tradizione di libertà che storicamente proviene da Cosenza".
 


 
 
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