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Rassegna stampa [ARCHIVIO ANNI PRECEDENTI]

(IL QUOTIDIANO DELLA CALABRIA)
«Troppi debiti, Cosenza fuori»

21/8/2003

Firenze vince lo scontro politico. Mazzotta: «Un'ingiustizia» IL Cosenza calcio 1914 Spa non ce l'ha fatta. Nonostante la mobilitazione politico-istituzionale delle ultime ore, il Consiglio Federale, come i più importanti mass media avevano ampiamente anticipato, ha scelto di ammettere nella nuova serie B a 24 squadre la Fiorentina. Lo scontro politico tra le due città, dunque, si è risolto a favore della più forte e più tutelata Firenze. L'annuncio ufficiale è giunto alle 18,24, nel momento in cui il segretario della Federcalcio Grazioli è uscito dall'aula del Consiglio Federale, annunciando la decisione finale. Infinite le reazioni politiche. Tutti gridano allo scandalo e all'ingiustizia. Ben diversa la reazione della città e della tifoseria. Una reazione composta e rassegnata, dal momento che tutti si sono già concentrati sul campionato di serie D da disputare con il Cosenza Football Club e che tutti avevano già assorbito la delusione più grande il 31 luglio, quando la Lega di serie C aveva sancito l'esclusione della società rossoblù e, di fatto, la fine della sua gloriosa attività. Forse l'ineffabile classe politica locale avrebbe dovuto interrogarsi di più su com'è stato possibile che una società di calcio sia "riuscita" ad accumulare una massa debitoria di oltre 12 milioni di euro. E Franco Carraro, presidente della Federcalcio, ha insistito proprio su questo tasto: "Mi dispiace che la quarta squadra non sia stata il Cosenza - ha detto -, ma purtroppo per la sua situazione finanziaria non poteva essere iscritto neanche nel suo campionato di competenza (la serie C1, ndr). Sia chiaro che quello della Fiorentina non è stato un ripescaggio. In quel caso avrebbe avuto diritto il Martina. Si è trattato di un provvedimento eccezionale, una decisione straordinaria". Il presidente del Cosenza calcio 1914 Giuseppe Mazzotta, ovviamente, non è d'accordo e parla "di una ingiustizia infinita rispetto a una società che ha sempre onorato il calcio e rispettato le regole. Attendiamo di conoscere le motivazioni. Chiederò formalmente un incontro a Carraro per conoscere i motivi dell' esclusione che ha dell' inverosimile e non trova alcun fondamento. A meno che non debba pensare che si vuole fare pagare al Cosenza i guai giudiziari del suo ex presidente Paolo Fabiano Pagliuso. Adesso vedremo come portare avanti la nostra battaglia tramite gli organi di giustizia sportiva o seguendo altre strade". Al futuro pensa il segretario regionale dei Ds Nicola Adamo, ma è un futuro che non prevede spazio per il "vecchio" Cosenza calcio. Dopo aver definito "inaccettabile" l'esclusione decisa dalla Federcalcio, Adamo afferma: "In ogni caso è giusto che le istituzioni si adoperino perché alla giusta insoddisfazione e rabbia della tifoseria di una intera provincia si dia una risposta con iniziative conseguenti. La Figc non può rimanere insensibile al fatto che verrebbe cancellata una storia calcistica di circa un secolo. Oltretutto a Cosenza è stata messa in pista una nuova società che può dare garanzie e affidabilità. Se non si tiene conto di tutto ciò dovremo convincerci che la decisione dei vertici del calcio nazionale è rivolta alla penalizzazione di una realtà meridionale assai importante nel mondo sportivo e calcistico". "E' da martedì che qualcuno preannuncia una sorta di cronaca di una morte annunciata, che nel pomeriggio di ieri è diventata realtà". E' quello che ha dichiarato il sindaco Eva Catizone. "Quello che è accaduto è scandaloso! ­ continua -. E' una vergogna! Non è possibile che il calcio si trasformi da sport amato a guerra fra territori e città. A Roma nessuno ci ha tutelato e, in più, abbiamo assistito a un comportamento estremamente scorretto nei confronti di una città che ha una grande tradizione sportiva e culturale, con pari dignità anche rispetto alla città di Firenze. Noi siamo orgogliosi di essere cosentini. Amiamo la nostra squadra e i nostri colori. Chiediamo pari opportunità nei confronti delle altre città e attendiamo di sapere perché Cosenza è stata esclusa dal calcio professionistico. Una cosa, però, è certa: non abbiamo alcuna intenzione di rimanere inermi di fronte ad una così grave ingiustizia!". Sulla stessa lunghezza d'onda il deputato Giacomo Mancini. "L'esclusione del Cosenza dalla serie B - afferma - è una vera e propria vergogna, e getta ancora maggiore discredito sul sistema del calcio. E' inquietante che il giorno prima del Consiglio Federale Carraro abbia avvertito telefonicamente il sindaco di Firenze del ripescaggio della Fiorentina che poi è puntualmente avvenuto. La decisione finale appare come una sporca operazione spartitoria che non può passare sotto silenzio. Il governo del Paese e quello del calcio hanno mortificato ancora una volta una città e una tifoseria che è stata illusa da tante roboanti dichiarazioni di impegno che sono state puntualmente disattese". E il centrodestra? Un appello alla Figc e al Coni in favore del Cosenza, promosso dal sottosegretario alla Giustizia, Jole Santelli, è stato sottoscritto dai parlamentari della provincia e dalle massime autorità istituzionali della Regione e della città. L' appello è stato firmato dal viceministro alle Infrastrutture Mario Tassone, dal sottosegretario alle attività produttive Giuseppe Galati, dai parlamentari di entrambi gli schieramenti, dal presidente della Regione Giuseppe Chiaravalloti, dal presidente della Provincia Antonio Acri e dal sindaco Eva Catizone. L' appello era stato inviato ai vertici di Lega e Figc nella speranza che il Consiglio Federale avesse la possibilità di prenderlo in esame prima di decidere sull' allargamento del campionato di B e sulle squadre da ripescare. Franco Covello, forzista, amministratore unico delle Ferrovie della Calabria, è convinto che la Fiorentina sia stata ripescata solo "per meriti politici" e afferma che "la classe politica non è stata all'altezza della situazione". Infine, becca l'assessore regionale allo Sport che "invece di perorare la causa del Cosenza pensava a brindare con Gianni RiveraŠ". Gabriele Limido, presidente provinciale di Alleanza nazionale, afferma che "la non ammissione del Cosenza non ha nulla a che fare con il calcio, bensì rientra nelle manovre di strane lobby che, molto probabilmente, avevano già da tempo deciso di affossare il calcio a Cosenza. E' triste che a a questa logica abbia dato manforte il comune di Cosenza, con a capo il suo sindaco. Gli esempi di realtà come Catania, Firenze e L'Aquila in serie C1 dove le amministrazioni comunali hanno combattuto in prima persona battaglie a tutela del loro patrimonio sportivo sono sotto gli occhi di tutti. A Cosenza, invece, i nostri amministratori hanno subito decretato la morte del Cosenza calcio correndo da Carraro, tra i principali artefici di questa losca operazione e accettando un inutile compromesso. La città di Cosenza e soprattutto la sua tradizione calcistica non meritano tutto ciò". Gli amministratori giudiziari del Cosenza calcio avevano chiesto "l' immediata e legittima iscrizione del Cosenza al campionato di serie B. In un fax inviato ai presidenti di Lega e Figc, al ministro Giuliano Urbani e alla giunta e al Consiglio nazionale del Coni, gli amministratori hanno anche avvertito che "in caso di mancata iscrizione del Cosenza e conseguente ripescaggio di altre società (Fiorentina, Pisa) adiremo la magistratura civile e penale con conseguente responsabilità a carico di coloro che avranno disposto la illegittima e infondata esclusione del Cosenza". La società attende, comunque, che sia discusso il suo ricorso al Coni per la riammissione in C1. Il Coni lo esaminerà domani. Scarse le possibilità che sia accolto, ma il "palazzo", in qualche modo, potrebbe almeno "regalare" la C2 alla nuova società, il Cosenza Football Club. Nelle ore precedenti la decisione Umberto De Rose aveva espresso l'intenzione dell'Assindustria a sostenere il Cosenza calcio, invitando il sindaco a evitare divisioni dannose. Ieri sera si è diffusa la voce che padre Fedele sia pronto a iniziare lo sciopero della fame.
 


 
 
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