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Rassegna stampa [ARCHIVIO ANNI PRECEDENTI]

(LA GAZZETTA DEL SUD)
Il ruolo dei socialisti

17/9/2003

Dall'on. Giacomo Mancini jr riceviamo e pubblichiamo: - Il governo delle destre dimostra di non essere all’altezza del compito affidatogli dagli elettori. A sottolineare ancora di più il fallimento e la mancanza di programmazione dell’esecutivo hanno contribuito gli avvenimenti succedutisi durante il periodo estivo: prima la tragica sequenza di decessi tra gli anziani che, in solitudine e senza assistenza, sono spirati a causa delle temperature torride, poi il preoccupante aumento dei prezzi che sta rendendo insufficienti gli stipendi e le pensioni degli italiani; ed ancora i ripetuti episodi criminosi che hanno funestato le grandi città e che non hanno risparmiato i piccoli centri; e per ultimo la preoccupante diminuzione del senso di legalità con la paventata approvazione dell’ennesimo condono. Il Paese, dopo poco più di due anni di guida del Governo Berlusconi, è più debole e meno autorevole anche nella credibilità e nel prestigio internazionale. Questo stato di cose deve spingere il centrosinistra a lavorare per tornare alla guida del Paese. Per fare ciò è utile lavorare in due direzioni: in quella programmatica, con la definizione di quelle che Giuliano Amato chiama “traiettorie” di un programma riformista che abbia insieme la bandiera dell’Europa, in cui l’Italia deve tornare ad essere protagonista, e quella del Mezzogiorno che deve proiettarsi sempre più nel Mediterraneo, disegnando nuovi scenari di cooperazione e di pace; e poi in quella organizzativa, con la messa in campo di una coalizione più unita e più coesa. E per questo che va salutato con soddisfazione il lavoro di Romano Prodi e di Massimo D’Alema, di scomposizione e ricomposizione dell’attuale centrosinistra, che ha come obiettivo quello di dare vita ad un grande polo riformista, che abbia la consistenza numerica dei partiti socialdemocratici e progressisti europei, e che si allei con una componente più massimalista e vicina ai movimenti. All’interno del nuovo soggetto riformista, riteniamo che sarà fondamentale il ruolo dei socialisti che devono tornare ad essere protagonisti. I socialisti portano con sé un patrimonio di battaglie di innovazione e di modernizzazione, che hanno riguardato la riforma istituzionale dello Stato, quella del mondo del lavoro e dello stato sociale, che rappresentano oggi un valore da difendere ed un esempio da seguire. Per fare ciò la Calabria può diventare un utile laboratorio se solo si ha la capacità di confermare e rafforzare gli importanti percorsi iniziati a Cosenza con l’azione di Giacomo Mancini, volta a dare vita ad una sinistra non più segnata dalle troppe divisioni del secolo scorso ma finalmente unita e capace di essere forza trainante di tutta la coalizione. Nel nuovo soggetto devono essere protagonisti tutti i socialisti, quelli vecchi e quelli nuovi: quelli che militano sotto le insegne dei partiti, dei movimenti, delle associazioni e dei circoli, insieme a quei tanti dirigenti ed amministratori che costituivano quella classe dirigente attenta e credibile formata alla migliore scuola messa in campo dal vecchio Partito Socialista e che, dopo la sua dissoluzione, si è rintanata nelle proprie comunità. Ci deve essere spazio, poi, per le nuove energie provenienti dal mondo del lavoro, delle professioni e delle università, che vogliono lavorare per una regione che valorizzi il merito e tuteli il bisogno. Per analizzare queste tematiche sarà utile il contributo fornito del dibattito de “la parola socialista” al quale parteciperà Vannino Chiti, coordinatore della segreteria nazionale dei Ds, che per il secondo anno consecutivo sarà a Cosenza, a testimonianza della bontà del lavoro svolto in questi anni da una classe dirigente giovane e competente che vuole rappresentare un Mezzogiorno, ed in particolare una Calabria dinamica ed attenta ai mutamenti importanti che avvengono intorno a sé, dei quali vuole essere protagonista per offrire maggiori opportunità e maggiori diritti ai suoi cittadini.
 


 
 
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