«...Con questo provvedimento la politica è entrata nel mondo del
calcio».
Martedì in aula alla Camera Giacomo Mancini è intervenuto sul
decreto salva calcio, portando all?attenzione generale il caso
Cosenza e la politica entrata prepotentemente nel mondo del
calcio.
«Ed è stata appunto - ha detto il deputato cosentino - la politica a
far salvare una squadra. Non si spiegherebbe in maniera diversa
il fatto che il coordinatore di un importante partito della coalizione
di centrodestra abbia subordinato il voto favorevole a questo
provvedimento al fatto che venisse salvata una squadra della
serie B (come puntualmente è, infatti, avvenuto). Sono state,
quindi, falsate le classifiche e sono stati introdotti elementi, che
avrebbero dovuto invece essere distanti dal mondo e dal sistema
del calcio. Mi esprimo in maniera accalorata per il fatto che queste
scelte politiche, oltre a far perdere credibilità all'intero sistema,
hanno inciso negativamente anche sulle sorti della città che ho
l'onore di rappresentare in questo Parlamento. Anche ciò, ha un
significato che è propriamente politico, perché mentre da una
parte il coordinatore di un partito importante della maggioranza di
Governo faceva sentire la sua voce, dicendo in maniera chiara,
forte e perentoria che il suo partito avrebbe votato il provvedimento
soltanto se il Catania fosse stato ripescato, dall'altra, il ministro
delle comunicazioni, che è un ministro importante, eletto nella
regione Calabria, nulla ha fatto per far sì che anche il Cosenza
venisse incluso nell'elenco delle squadre che si sarebbero dovute
ripescare nel campionato cadetto. Ciò è grave e rappresenta,
ancora una volta, l'inefficienza della classe di Governo prodotta
dalla regione Calabria, che lascia un alone di mistero sul
provvedimento e, più precisamente, in ordine alle sorti della
squadra del Cosenza. Non si è ancora capito per quale motivo vi
sia stata l'esclusione, non si è ancora capito quale sia stato il
reale motivo per cui il Cosenza non disputa più il campionato di
serie B. Si è parlato di una situazione debitoria pesante, ma i
giornali sono pieni di situazioni debitorie altrettanto pesanti; si è
fatto riferimento alla vicenda giudiziaria che vede inquisito l'ex
presidente della squadra del Cosenza, anche se è doveroso
osservare come quella vicenda giudiziaria, iniziata più di sei mesi
fa, non abbia ancora prodotto nemmeno la richiesta di rinvio a
giudizio da parte della procura che indaga. Insomma, si tratta di
un punto importante sul quale occorre far luce e che il Governo
con il suo comportamento e con il varo di questo decreto-legge
non ha in nessun modo contribuito a chiarire.
A questo intervento sono seguite le dichiarazioni di voto di ieri che
hanno visto il deputato esprimersi così: «Avremmo voluto capire
perché, nel momento in cui si è varata una serie B a 24 squadre,
nella quale le retrocessioni del campionato precedente sono state
congelate, del campionato cadetto in corso non faccia più parte il
Cosenza.
Su tale interrogativo, da parte del sottosegretario, del quale non
faccio fatica a riconoscere l'onestà intellettuale e la compostezza
istituzionale, non è venuta alcuna spiegazione. Invece, una
spiegazione ci sarebbe dovuta essere per farci capire per quale
motivo la città di Cosenza sia stata cancellata dal calcio
professionistico.
Ci siamo dovuti limitare ad ascoltare, come spiegazione, le notizie
riportate dai giornali, che, però - mi consenta di dirlo, signor
sottosegretario, non sono affatto convincenti. Nel mese di agosto,
abbiamo letto dei debiti della società, debiti che, tuttavia, per
ammissione totale di tutto il sistema, rappresentano, purtroppo,
una realtà condivisa da tutte le società.
Abbiamo letto delle fideiussioni presentate in ritardo, ma questo
abbiamo anche dovuto rapportarlo al fatto che alcune fideiussioni,
oltre ad essere presentate in ritardo, per talune società erano
anche false. Abbiamo letto, sempre sui giornali, ma non ascoltato
qui in Parlamento, della vicenda giudiziaria che vede ancora
coinvolto il presidente della società; una vicenda giudiziaria che è
iniziata tanti mesi fa per la quale ancora oggi è arrivata la richiesta
di rinvio a giudizio da parte della procura competente.
Insomma, queste sono le osservazioni che noi avremmo
auspicato trovassero una risposta da lei in quest'aula. Non
abbiamo avuto le risposte, ci è stata però confermata una
impressione, che è chiara, percepibile, lampante: in un momento
in cui il sistema del calcio è senza regole, nel momento in cui si
interviene con provvedimenti tampone, nel momento in cui si
provvede ad aggiustamenti e a forzature, l'unica a pagare è stata
la società, la città più debole e più indifesa, e gli unici ad essere
mortificati sono stati quei tanti tifosi del Cosenza che riversano
una passione che è stata a maggior ragione oggi ancora più
evidente, considerato il fatto che alle partite della nuova società,
che si è costituita grazie alla positiva e importante iniziativa del
sindaco (nuova società che oggi milita nel campionato nazionale
dilettanti) abbiano partecipato più di 10 mila spettatori».
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