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Rassegna stampa [ARCHIVIO ANNI PRECEDENTI]

(LA PROVINCIA COSENTINA)
Mancini porta il caso Cosenza alla Camera

25/9/2003

«...Con questo provvedimento la politica è entrata nel mondo del calcio». Martedì in aula alla Camera Giacomo Mancini è intervenuto sul decreto salva calcio, portando all?attenzione generale il caso Cosenza e la politica entrata prepotentemente nel mondo del calcio. «Ed è stata appunto - ha detto il deputato cosentino - la politica a far salvare una squadra. Non si spiegherebbe in maniera diversa il fatto che il coordinatore di un importante partito della coalizione di centrodestra abbia subordinato il voto favorevole a questo provvedimento al fatto che venisse salvata una squadra della serie B (come puntualmente è, infatti, avvenuto). Sono state, quindi, falsate le classifiche e sono stati introdotti elementi, che avrebbero dovuto invece essere distanti dal mondo e dal sistema del calcio. Mi esprimo in maniera accalorata per il fatto che queste scelte politiche, oltre a far perdere credibilità all'intero sistema, hanno inciso negativamente anche sulle sorti della città che ho l'onore di rappresentare in questo Parlamento. Anche ciò, ha un significato che è propriamente politico, perché mentre da una parte il coordinatore di un partito importante della maggioranza di Governo faceva sentire la sua voce, dicendo in maniera chiara, forte e perentoria che il suo partito avrebbe votato il provvedimento soltanto se il Catania fosse stato ripescato, dall'altra, il ministro delle comunicazioni, che è un ministro importante, eletto nella regione Calabria, nulla ha fatto per far sì che anche il Cosenza venisse incluso nell'elenco delle squadre che si sarebbero dovute ripescare nel campionato cadetto. Ciò è grave e rappresenta, ancora una volta, l'inefficienza della classe di Governo prodotta dalla regione Calabria, che lascia un alone di mistero sul provvedimento e, più precisamente, in ordine alle sorti della squadra del Cosenza. Non si è ancora capito per quale motivo vi sia stata l'esclusione, non si è ancora capito quale sia stato il reale motivo per cui il Cosenza non disputa più il campionato di serie B. Si è parlato di una situazione debitoria pesante, ma i giornali sono pieni di situazioni debitorie altrettanto pesanti; si è fatto riferimento alla vicenda giudiziaria che vede inquisito l'ex presidente della squadra del Cosenza, anche se è doveroso osservare come quella vicenda giudiziaria, iniziata più di sei mesi fa, non abbia ancora prodotto nemmeno la richiesta di rinvio a giudizio da parte della procura che indaga. Insomma, si tratta di un punto importante sul quale occorre far luce e che il Governo con il suo comportamento e con il varo di questo decreto-legge non ha in nessun modo contribuito a chiarire. A questo intervento sono seguite le dichiarazioni di voto di ieri che hanno visto il deputato esprimersi così: «Avremmo voluto capire perché, nel momento in cui si è varata una serie B a 24 squadre, nella quale le retrocessioni del campionato precedente sono state congelate, del campionato cadetto in corso non faccia più parte il Cosenza. Su tale interrogativo, da parte del sottosegretario, del quale non faccio fatica a riconoscere l'onestà intellettuale e la compostezza istituzionale, non è venuta alcuna spiegazione. Invece, una spiegazione ci sarebbe dovuta essere per farci capire per quale motivo la città di Cosenza sia stata cancellata dal calcio professionistico. Ci siamo dovuti limitare ad ascoltare, come spiegazione, le notizie riportate dai giornali, che, però - mi consenta di dirlo, signor sottosegretario, non sono affatto convincenti. Nel mese di agosto, abbiamo letto dei debiti della società, debiti che, tuttavia, per ammissione totale di tutto il sistema, rappresentano, purtroppo, una realtà condivisa da tutte le società. Abbiamo letto delle fideiussioni presentate in ritardo, ma questo abbiamo anche dovuto rapportarlo al fatto che alcune fideiussioni, oltre ad essere presentate in ritardo, per talune società erano anche false. Abbiamo letto, sempre sui giornali, ma non ascoltato qui in Parlamento, della vicenda giudiziaria che vede ancora coinvolto il presidente della società; una vicenda giudiziaria che è iniziata tanti mesi fa per la quale ancora oggi è arrivata la richiesta di rinvio a giudizio da parte della procura competente. Insomma, queste sono le osservazioni che noi avremmo auspicato trovassero una risposta da lei in quest'aula. Non abbiamo avuto le risposte, ci è stata però confermata una impressione, che è chiara, percepibile, lampante: in un momento in cui il sistema del calcio è senza regole, nel momento in cui si interviene con provvedimenti tampone, nel momento in cui si provvede ad aggiustamenti e a forzature, l'unica a pagare è stata la società, la città più debole e più indifesa, e gli unici ad essere mortificati sono stati quei tanti tifosi del Cosenza che riversano una passione che è stata a maggior ragione oggi ancora più evidente, considerato il fatto che alle partite della nuova società, che si è costituita grazie alla positiva e importante iniziativa del sindaco (nuova società che oggi milita nel campionato nazionale dilettanti) abbiano partecipato più di 10 mila spettatori».
 


 
 
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