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Rassegna stampa [ARCHIVIO ANNI PRECEDENTI]

(ANSA)
Mancini: il Pse lo ricorda a 10 anni dall'elezione a Sindaco

19/11/2003

''Dieci anni fa Giacomo Mancini veniva eletto sindaco di Cosenza. Il primo sindaco votato direttamente dai cittadini. Tra le tantissime campagne elettorali affrontate dal leader socialista quella fu, probabilmente, una tra le piu' impegnative e di conseguenza, la vittoria che ne segui' fu una tra le piu' esaltanti'': e' quanto si afferma in una nota della segreteria politica del Pse. ''Quel successo - si aggiunge nella nota - ha rappresentato per Cosenza l'inizio di una fase di rinascita che ha consentito alla nostra citta' di migliorare in ogni suo quartiere e di affermarsi nel panorama calabrese e meridionale. Tante volte abbiamo sottolineato i meriti amministrativi del decennio di cui sta per celebrarsi, il prossimo 5 dicembre, l'anniversario. E tante altre volte, in futuro, lo faremo. Oggi, pero', ci piace evidenziare il dato politico di quella vittoria che, sebbene lontano non soltanto nel tempo, ma anche nelle condizioni che lo fecero maturare, puo' rappresentare un momento non soltanto di celebrazione, ma anche di analisi e suggerimenti per le prospettive future. Nel 1993 Giacomo Mancini si presento' da socialista, orgoglioso di una storia di 50 anni di battaglie coerenti. Lo fece con coraggio nonostante in quegli anni fu violenta l' azione giudiziaria e l'attacco mediatico contro tutti i socialisti. E lo fece nonostante anche contro la sua persona stava iniziando quella lunga e dolorosa persecuzione giudiziaria da parte di alcuni magistrati calabresi. Egli si presento' alla sua citta' da socialista orgoglioso e con la schiena dritta. Ma anche contro i partiti, primo tra tutti il suo, che in quel momento vivevano il punto piu' alto di crisi interna e di afasia nell'elaborazione e nell'innovazione''. ''In quella avventura Giacomo Mancini - prosegue la nota del Pse - fu affiancato da una lista di giovani militanti socialisti e riformisti che, insieme a lui, avevano affrontato tante battaglie e fu sostenuto anche da tanti giovani di destra che con lui condividevano gli spunti critici contro l' imperante partitocrazia e auspicavano insieme a lui una svolta nel modo di pensare la politica e di gestire la cosa pubblica. La campagna elettorale del 1993 e i due mandati che seguirono consegnarono un nuovo quadro politico nel quale, molto spesso superando le indicazioni degli stanchi apparati dei partiti, gli elettori di parti politiche differenti e distanti, si sentivano uniti da un comune senso di appartenenza rappresentato da un' esperienza amministrativa ed anche da una visione politica nella quale finalmente si sentivano protagonisti. Questo elemento uni' classi sociali differenti, dai ragazzi delle cooperative ai giovani professionisti, dal ceto impiegatizio ai fermenti imprenditoriali, in un unico grande progetto che ha consentito a Cosenza di diventare leader indiscussa tra le realtą dell'intero Mezzogiorno. A quel successo contribui' anche la Chiesa che iniziava a presentarsi moderna e lungimirante, attenta ed impegnata alla tutela del bisogno e per questo aiutata in modo aperto e spesso incondizionato da un sindaco laico e socialista. Il dato politico, emerso in maniera limpida e chiara nel 1993 ma confermato anche con la vittoria del 1997, seppure in un quadro di alleanze differenti, puo' rappresentare un punto di partenza anche per le battaglie future. Oggi infatti la maggior parte dei calabresi percepisce di vivere in una regione dove la classe di governo non riesce a tenere il passo di una societa' che cresce, migliora e chiede dirigenti capaci di essere all' altezza delle nuove sfide e di proiettarli in una regione che competa con le migliori realta' italiane ed europee''. ''I partiti - prosegue il Pse - chiusi e ripiegati sui loro apparati ed impegnati a chiedere spazi per gestire il potere, senza proporre alcuna visione di sviluppo per il futuro, sempre piu' spesso non riescono ad interpretare una realta' del genere. Purtroppo, a questi limiti, non sono immuni i partiti della sinistra che per definizione dovrebbero essere piu' attenti all' innovazione e alla modernizzazione della societa'. Nel 1993 Giacomo Mancini seppe leggere quel dato che in grande misura e' simile a quello attuale e, dall' alto del suo carisma e delle sue indubbie capacita', seppe condurre la sua citta' ad una esperienza positiva e, per tanti versi, irripetibile. Oggi la sfida di una moderna classe dirigente riformista deve essere quella di aprire un dialogo con i settori migliori del mondo del lavoro, delle professioni, dell' universita' e dell' impresa, perseguendo l'obiettivo di rompere quell' isolamento cui, se le cose dovessero rimanere cosi', la nostra regione sara' condannata''.
 


 
 
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