''Un paese che ha l' ambizione di
recitare un ruolo da protagonista nel nuovo contesto di economia
globalizzata, deve investire in ricerca e in formazione. A
questo obiettivo i paesi membri dell' Unione, insieme alle dieci
nazioni che aderiranno dopo il primo maggio del 2004, stanno
calibrando le proprie politiche''. A sostenerlo e' stato Giacomo
Mancini (ds), in riferimento alla mobilitazione di docenti,
ricercatori, e studenti universitari che protestano contro la
riforma Moratti.
''L' Italia purtroppo - ha aggiunto Mancini - anche su questo
tema segna il passo. In questi anni di governo della destra,
infatti, sono state prese decisioni che penalizzano i nostri
atenei e mortificano i giovani talenti che vi studiano e vi
lavorano. Il provvedimento predisposto dal ministro Moratti
conferma, e se possibile aggrava, questo andamento negativo e
condanna i giovani ricercatori a subire un regime di precariato
che portera' allo svuotamento delle universita' del Paese''.
''A pagare il prezzo piu' alto di queste scelte scellerate
del governo - ha proseguito il parlamentare - saranno, ancora
una volta, le regioni meridionali che nelle universita' hanno
una delle poche risorse attraverso le quali possono affermarsi,
rompendo l' isolamento a cui sono condannate. E' innegabile che
l' accesso all' insegnamento universitario ed il sistema di
didattica e di ricerca necessita di una riforma profonda che
corregga gli attuali meccanismi che presentano non poche zone di
ombra''.
''La strada scelta dal governo pero' - ha concluso Mancini -
e' profondamente sbagliata perche' colpisce i nostri talenti e
mortifica i meriti senza tutelare i bisogni ed avra' come unica
conseguenza quella di costringere tanti giovani ricercatori a
lasciare l' Italia''.
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