I deputati Giacomo Mancini e
Giuliano Pisapia, componenti della commissione Giustizia della
Camera, in un' interrogazione al Ministro della Giustizia,
criticano il divieto imposto da una circolare del 1998 ai
detenuti sottoposti al 41 bis di avere colloqui con i propri
figli senza i vetri divisori solo fino al compimento da parte di
questi ultimi del dodicesimo anno di eta'.
''Al minore maggiore di 12 anni - affermano Mancini e Pisapia
nell' interrogazione - e' impedito anche il minimo contatto
fisico con il genitore detenuto. Non si comprende per quali
ragioni le afflizioni che, per quanto riguarda il detenuto in
regime di carcere duro, gia' ben poco si appaiano alla finalita'
rieducativa della pena e del recupero sociale del cittadino,
devono estendersi nei fatti anche ai figli minorenni che, a
causa di tale disposizione regolamentare, vengono impediti ad
avere un contatto fisico diretto con il proprio genitore e che
rischiano cosi' di subire traumi che possono provocare danni
irreparabili alla loro crescita psichica''.
''Alle tante mancanze delle strutture carcerarie, spesso
fatiscenti e sovraffollate, si aggiungono cosi' - aggiungono i
due parlamentari - disposizioni normative e regolamentari che
appaiono contrarie ai principi dello stato di diritto. Il regime
del cosiddetto carcere duro, che gia' prevede invasive
privazioni della liberta' individuale contro le quali piu' volte
si e' pronunziata la Corte europea dei diritti dell' uomo, con
queste divisioni aggiunge un divieto crudele ed inumano e di
difficile comprensione anche dal punto di vista normativo,
considerato che la legge penale pone come parametro il
compimento non dei 12, bensi' dei 14 anni come riferimento all'
imputabilita' ''.
Mancini e Pisapia chiedono al ministro Castelli, in
particolare, ''se e quali provvedimenti intenda prendere al fine
di agevolare i rapporti tra il detenuto sottoposto al regime del
41 bis e i propri familiari, con speciale riguardo ai figli
minori, essendo questo uno dei compiti previsti dall'
ordinamento penitenziario ad integrazione degli interventi
trattamentali''.
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