Sono 13, undici della mozione Fassino e due di quella Mussi, i calabresi eletti sabato sera a Roma nella nuova Direzione Nazionale del partito, votata al termine del terzo congresso dei Ds. Si tratta del Segretario Regionale Nicola Adamo, Marco Minniti, Peppe Bova, Lillo Zappia, Paolo Barbieri, Rita Commisso, Titti Nunnari, Marilina Intrieri, Pino Soriero, Carlo Guccione e Mario Oliverio (tutti della mozione del segretario nazionale Fassino) e di Franco Ambrogio e Graziella Riga, della mozione Mussi. Adamo ha espresso la sua soddisfazione per il risultato ottenuto dalla Calabria nella composizione del nuovo organismo dirigente nazionale dei Ds. “Un peso notevole – ha detto Adamo – cresciuto addirittura rispetto all’ultimo congresso di Pesaro. La Calabria è l’unica regione d’Italia che in questo congresso aumenta la propria rappresentanza nel proprio parlamentino con una ottima presenza delle donne, che va oltre il 30%, ed una dislocazione capillare delle nostre forze sul territorio.
Dal congresso di Roma esce inoltre rafforzata dal punto di vista politico, la proposta che da tempo stiamo battendo in Calabria, quella della Federazione dell’Ulivo in primo luogo e quella del Partito del socialismo europeo, la cui dicitura compare nel nuovo simbolo che Piero Fassino ha presentato sabato sera in chiusura di congresso. In Calabria – ha detto ancora Adamo – la conclusione della lunga stagione congressuale, da quelli di sezione fino a quello nazionale, io credo che ci consegna il quadro di un partito che, senza trionfalismi, inizia a prendere corpo per quello che deve essere: una grande forza socialista al servizio del cambiamento e del rinnovamento profondo della regione”. “Il congresso nazionale dei Ds ha avuto, tra gli altri meriti, quello di valorizzare, finalmente senza riserve, aspetti importanti della storia socialista italiana”. Lo ha sostenuto in una nota il parlamentare Giacomo Mancini, circa il congresso dei Democratici di Sinistra. “La relazione di Piero Fassino – continua Mancini - con i suoi riferimenti alle migliori esperienze socialdemocratiche europee, con la decisione di modificare il simbolo esplicitando il riferimento al socialismo e con la sottolineatura dell’azione politica e dell’impegno riformista dei leader socialisti italiani, rappresentano elementi positivi che lusingano tutti coloro i quali pensano che il nucleo forte dell’alleanza di centrosinistra debba avere un forte legame con il socialismo europeo. Le parole chiare e coraggiose di Fassino poi, rendono merito all’azione di quanti, in anni passati, si sono spesi in un progetto che all’epoca appariva non scontato. Penso al lavoro svolto in Calabria da Marco Minniti, allora coordinatore della segreteria di Massimo D’Alema e da Giacomo Mancini, sindaco di Cosenza, che si impegnarono con risultati importanti nell’apertura di una nuova fase di collaborazione tra i filoni della sinistra italiana. Ed è per questo che amareggia ancora di più che, proprio nel momento in cui Piero Fassino dimostra tanta convinta determinazione nell’aprire il suo partito alla cultura socialista, in Calabria, che è stata ed è la regione più socialista d’Italia, vi sia chi sotto la Quercia, ha posto in essere una lunga serie di atti di ostilità contro i dirigenti socialisti. Il ribaltone antisocialista al Comune di Cosenza – ha concluso - e l’esclusione dalla giunta della Provincia sono le ferite più profonde che mortificano donne e uomini che si richiamavano alle posizioni di Giacomo Mancini e che, sotto il simbolo da lui pensato, quello del Pse oggi adottato anche dai Ds, si continuano a riconoscere. ".
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