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Rassegna stampa [ARCHIVIO ANNI PRECEDENTI]

(IL QUOTIDIANO DELLA CALABRIA)
IL 41 BIS RICADE SUI FIGLI

11/2/2005

I deputati Giacomo Mancini e Giuliano Pisapia, componenti della Commissione giustizia della Camera, in un’interrogazione al Ministro della Giustizia, criticano il divieto imposto da una circolare del 1998 ai detenuti sottoposti al 41 bis di avere colloqui con i propri figli senza i vetri divisori, solo fino al compimento da parte di questi ultimi del dodicesimo anno di età. “Al minore, maggiore di 12 anni – affermano Mancini e Pisapia, è impedito anche il minimo contatto fisico con il genitore detenuto. Non si comprende per quali ragioni le afflizioni che, per quanto riguarda il regime di carcere duro già ben poco si appaiano alla finalità rieducativa della pena e del recupero sociale del cittadino, devono estendersi nei fatti anche ai figli minorenni che vengono, da tale disposizione regolamentare, impediti ad avere un contatto fisico diretto con il proprio genitore e che rischiano così di subire traumi che possono provocare danni irreparabili alla loro crescita. Alle tante mancanze delle strutture carcerarie, si aggiungono così – dicono i due parlamentari - disposizioni che appaiono contrarie ai prìncipi dello stato di diritto. Il cosiddetto carcere duro, che già prevede privazioni della libertà individuale contro le quali più volte si è pronunziata la Corte Europea dei diritti dell’uomo, con queste divisioni aggiunge un divieto che appare crudele e inumano e di difficile comprensione anche dal punto di vista normativo considerato che la legge penale pone come parametro il compimento non degli anni 12, bensì di anni 14 come riferimento all’imputabilità. Mancini e Pisapia chiedono al Ministro Castelli “se e quali provvedimenti intenda prendere al fine di agevolare i rapporti tra il detenuto sottoposto al regime del 41 bis e i propri familiari, con speciale riguardo ai figli minori”.
 


 
 
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