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Rassegna stampa [ARCHIVIO ANNI PRECEDENTI]

(IL QUOTIDIANO DELLA CALABRIA)
MANCINI: ORA SERVONO I FATTI

3/9/2004

La partecipazione di Giacomo Mancini a uno dei dibattiti della “Festa di Diamante” è stato interpretato da molti come un segnale di distensione nei confronti del Pse. Contattiamo il deputato poche ore prima che inizi la kermesse della Quercia. - Che messaggio lancerà ai Ds? “Confrontarsi è sempre positivo, però aprire un dialogo non significa aver risolto i problemi che ci sono. L’invito che mi è stato fatto è un atto di considerazione nei miei confronti,ma anche nei confronti del movimento che ho l’onore di rappresentare, l’unica vera novità dell’ultima campagna elettorale. Rispetto delle tradizioni socialiste, giovani talenti che hanno prodotto un contributo importante per il centrosinistra, dandogli la spinta decisiva. Questo movimento non è stato valorizzato per come doveva ed è stato oggetto di atti di ostilità che non merita. Che oggi si apra una nuova fase rappresenta un elemento di riflessione da considerare”. - Cosa serve per arrivare all’accordo? “Il rispetto in politica non si dimostra soltanto con gli inviti, ma con atti politici concreti. Il nostro movimento è quello più votato a Cosenza, eppure è escluso dalla giunta... Ritengo che se si vuole davvero dialogare la prima questione da risolvere è quella della nostra rappresentanza nella giunta provinciale. Giustamente il presidente Oliverio sta dichiarando che il suo obiettivo è quello di lavorare per rafforzare il centrosinistra, ma tenere fuori dalla giunta il primo movimento della città non significa lavorare in questa direzione”. - La questione socialista è più che mai di attualità... “In questa fase, nella quale si sta lavorando per la federazione tra le liste che si richiamano nei valori dell’Ulivo, è sacrosanto che ognuno rivendichi le proprie appartenenze e il suo passato. Quest’estate la storia comunista è stata valorizzata da Piero Fassino e Massimo D’Alema che hanno ricordato l’esempio di TOgliatti e Berlinguer, ma non altrettanto è stato fatto nei confronti della storia socialista, che è certamente allo stesso livello. Creare queste barriere non attuali non è giusto: stima e rispetto devono essere reciproche. Mortificare l’esperienza politica di Giacomo Mancini è un fatto che non va in una direzione utile allo schieramento. Se si è capaci di capire che si sta sbagliando, si possono mettere in cantiere nuove iniziative e si può tentare di incamminarsi sulla strada dei buoni rapporti. Ma abbiamo bisogno di atti concreti, altrimenti non ci potrà essere dialogo. Il rispetto non mancherà ma i rapporti politici sono tutto un altro discorso”.
 


 
 
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