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Rassegna stampa [ARCHIVIO ANNI PRECEDENTI]

(LA PROVINCIA COSENTINA)
MANCINI A MINNITI: RECUPERA IL PATTO

5/9/2004

Nell’ambito delle manifestazioni comprese nell’iniziativa “U Picciu”, organizzata dal comune di Castiglione Cosentino si è svolto dinanzi ad un pubblico attento e numeroso un interessante dibattito politico con ospiti di riguardo. Stimolati dai giornalisti che hanno moderato il dibattito sono intervenuti Agazio Loiero, Giacomo Mancini, Cesare Marini , Marco Minniti e Salvatore Magarò. Un dibattito interessante anche per capire a quale punto sono le trattative in corso all’interno del centrosinistra per individuare il candidato alla presidenza della regione. Ed il tema dell’incontro era, infatti, una provocatoria domanda :”basta toccare ferro per tornare a governare la nostra regione?”. E, fra gli ospiti, Agazio Loiero non nasconde la sua intenzione di essere il candidato, mentre Marco Minniti, anche se non lo ha mai affermato chiaramente, certamente non disdegnerebbe l’avventura regionale, oltre allo stesso Cesare Marini che molti socialisti vorrebero a capo di una nuova e ritrovata intesa riformista. Nel corso del dibattito è prevalsa una tattica tutta politica di non sbilanciarsi troppo ed un momento interessante anche sul piano politico locale si è avuto quando Giacomo Mancini, nel suo intervento, ha difeso la validità del patto federativo che nacque da un’intesa fra il vecchio leone socialista Giacomo Mancini e Marco Minniti. «Una intuizione politica giusta che ha saputo vedere lontano - ha affermato Giacomo Mancini junior, ma che alcuni hanno voluto disperdere e frantumare». Un chiaro invito a riflettere che il deputato del Pse ha rivolto al braccio destro del presidente Ds D’Alema. Molto più moderato l’intervento di Agazio Loiero impostato sulla necessità di un cambiamento radicale in una regione che ha fallito qualsiasi obiettivo di svliluppo e progresso. L’ntervento di Cesare Marini, capogruppo del gruppo misto al Senato, ha assunto caratteristiche più programmatiche con l’esigenza « di porre al centro della battaglia elettorale regionale l’esigenza di una nuova questione morale, di una reale trasparenza e di interrompere lo sfrenato clientelismo e l’uso distorto del potere che ha caratterizzato e caratterizza l’azione della giunta di centrodestra in Calabria. Un vuoto assoluto che risente anche della mancanza di una voce dinamica e propositiva come quella del riformismo socialista che in Calabria non può rimanere ai margini della politica». Un dibattito sereno e costruttivo che potrebbe condurre a nuovi scenari in un momento politico nel quale si ripropone la necessità della ricostruzione di un forte polo riformista
 


 
 
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