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Rassegna stampa [ARCHIVIO ANNI PRECEDENTI]

(IL QUOTIDIANO DELLA CALABRIA)
IL SAPERE E' UN BENE PUBBLICO

15/9/2005

Tony Blair, nel corso della prima conferenza stampa a Downing Street di un premier laburista dopo diciotto anni di amministrazione conservatrice, al giornalista che gli chiedeva quali sarebbero state le tre priorità del suo governo, rispose: “education, education, education”. Un impegno per la realizzazione di un “sistema educativo di primissima qualità, nel quale l’accesso all’istruzione non sia il privilegio dei pochi, ma il diritto dei molti” costituisce la misura principale dell’esperienza del New Labour al governo dell’Inghilterra e rappresenta uno dei principali motivi dello strepitoso successo elettorale conquistato per tre mandati consecutivi dal suo giovane leader. La dotazione di sapere e di conoscenza fornita a ciascun individuo è un bene pubblico fondamentale e diventa lo strumento principale di una nuova politica dell’uguaglianza e delle opportunità indirizzata a dare piena cittadinanza al più ampio numero di persone. Ed è per questo che, nei giorni in cui inizia un nuovo anno scolastico e milioni di bambini, di adolescenti italiani ritornano sui banchi di scuola, le forze dell’Unione di centrosinistra, seguendo i migliori esempi di politica riformista europea, devono puntare su quelle direttrici che possono far ripartire il Paese. L’Italia ha bisogno di investire in conoscenza diffusa, in qualità ed efficacia dei percorsi formativi, incominciando dalle scuole per l’infanzia fino ai livelli più alti, restituendo valore e dignità ai cicli di studio tecnici e creando centri di eccellenza, valorizzando e dando nuovi stimoli ai docenti e insieme offrendo programmi moderni agli studenti. La società in cui viviamo presenta troppe ingiustizie e, negli ultimi anni, e diventata meno libera tanto che il ceto ed il reddito sono tornati ad essere elementi discriminanti nella crescita formativa e nella possibilità di successo dei nostri ragazzi. È purtroppo sempre più frequente, soprattutto nel Mezzogiorno, che solo il figlio di un notaio abbia l’opportunità di seguire la carriera del padre, mentre per il figlio di un operaio diventa sempre più difficoltoso anche solo svolgere lo stesso mestiere. Questa realtà è insopportabile e profondamente ingiusta. Ecco perché la nostra missione deve essere quella di aumentare le opportunità per tutti e per ciascuno, di puntare sui talenti, valorizzando i meriti e tutelando i bisogni. Amartya Sen, premio Nobel per l’economia, anni fa suggerì di investire in capability e cioè nello sforzo di mettere i cittadini in condizione di fare cose che inizialmente non erano in grado di fare così da offrire ad ogni individuo la possibilità di essere libero e di poter costruire un futuro con una prosperità più diffusa. E’ questa la sfida che il Paese deve affrontare: fare dei calabresi e degli italiani donne e uomini più liberi. Mi auguro che l’Unione abbia la forza per vincerla. Giacomo Mancini Deputato dell’Unione
 


 
 
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