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Dichiarazioni [ARCHIVIO ANNI PRECEDENTI]

INTERVENTO DI GIACOMO MANCINI AL CONGRESSO DEI SOCIALISTI

13/9/2004

CINEMA ITALIA - COSENZA - 13 SETTEMBRE 2004 "Finalmente ci ritroviamo insieme. Tanto, troppo tempo, è passato dall’ultima volta. Rispetto ad allora qualcuno non ce più, anche se ha lasciato a noi tutti il suo esempio e le sue idee; qualcun’altro è lontano da qui e sta lottando per tornare e noi gli auguriamo di riprendersi presto e lo aspettiamo con ansia. Rispetto all’ultima volta ci sono anche tanti volti nuovi che portano con loro la passione e l’entusiasmo che dobbiamo essere in grado di coltivare e alimentare. Il dialogo tra di noi è importante, anzi direi di più, è indispensabile. Grazie a chi ha organizzato questo incontro. Ad indicare la traiettoria da seguire contribuiscono certamente i convegni organizzati con tanta energia dai nostri due bravi compagni, ma ancora di più sono state e sono le decine di migliaia di calabresi che nel giugno scorso hanno votato socialista ed hanno eletto donne e uomini che in Italia e in Europa devono avere la possibilità di sedere dalla stessa parte facendo cadere veti e eliminando distinguo. Dopo il grande successo elettorale le sollecitazioni per trovare l’unità fra noi sono diventate continue, incessanti, quasi ossessive. “Perché non vi unite?” mi dice il compagno del Savuto che ha lavorato una vita nei campi, ha il viso segnato dal sole, le mani forti e possenti e quando mi parla dei festeggiamenti per il primo maggio, delle bandiere rosse e dei garofani, gli brillano gli occhi, e poi, con commozione. mi fa vedere la tessera del partito che conserva sgualcita nel portafoglio insieme a quella dei sui figli. “Perché non vi unite?” mi dice il dirigente di banca che ha studiato grazie al sacrificio dei genitori, che ha iniziato a lavorare presto, con caparbietà ha conseguito la laurea ed ha fatto carriera o, mi dice, che è socialista perché il padre era socialista e è poi perché ha condiviso le battaglie del partito e dei suoi leader che hanno lottato per realizzare un progetto di sviluppo per la Calabria e per l’intero paese. “Perché non vi unite?” mi dice con il sorriso un giovane studente delle scuole superiori che ha sentito parlare del PSI solo dagli amici dei genitori, dalle scritte sui muri, dai libri di scuola, ma che sa perfettamente che lui, che non ha santi in paradiso, mai potrà realizzare i suoi sogni se a difendere i suoi diritti rimarrà una dirigenza che sostiene il concorsone e per questo chiede rappresentanti che sappiano premiare il merito e i titoli e che sappiano tenere conto dei bisogni e delle difficoltà. A questa domanda “perché non vi unite” noi oggi abbiamo il compito, anzi direi il dovere, di rispondere “si da oggi ci uniamo,si da oggi riprendiamo a lavorare insieme”. La sfida che abbiamo dinanzi a noi e’ quella di riannodare quei legami di appartenenza e di militanza che in Calabria hanno radici profonde e che ci fanno dire con orgoglio che la storia migliore della nostra regione coincide, per gran parte, con la storia migliore del nostro partito. La nostra frontiera comune è quella di risaldare quelle profonde amicizie, di riannodare quegli antichi rapporti, di riprendere quei legami intensi tra le oneste famiglie di socialisti calabresi. Rapporti che hanno resistito anche quando la mattanza giustizialista ha distrutto la nostra antica casa. Hanno resistito anche perché negli anni più bui, più difficili, più tragici a offrire una prospettiva comune ha pensato una classe di amministratori capace e preparata nata e forgiata alla scuola migliore del socialismo che ha retto e diretto istituzioni importanti anche senza la protezione di un partito. Non c’e’ comune in Calabria dove sia evidente la programmazione del territorio, dove siano chiare le direttici di sviluppo, che non sia stato amministrato da un socialista: da Altomonte a Roccella, da Castiglione a Cinquefrondi, da Cassano a Grimaldi a Rende al cui sindaco Sandro Principe invio un messaggio di amicizia e di augurio e gli dico “Sandro tieni duro la tua città e la nostra regione hanno bisogno di te.” Questa ottima squadra di dirigenti prima e di amministratori dopo, ha sempre guardato Cosenza come ad un laboratorio politico ed un modello di buona e corretta amministrazione in grado di offrire ai cittadini risultati e realizzazioni fino a quando qualcuno non ha deciso di trasformarla in un, chiamandolo cosi, “giardino dell’eden” dove non solo si coglie la mela del peccato, ma si smarriscono anche le opere d’arte. Lavoriamo insieme dunque costruiamo una nuova e grande casa per tutti i socialisti. Ci uniscono, il sentimento, la passione, la storia e le idee per il futuro. L’amicizia e l’affetto l’ho provato anche io sulla mia pelle: quando in piena campagna elettorale e’ stato operato un ignobile ribaltone contro i frutti della migliore stagione politica amministrativa di Cosenza; quando da parte di alcuni sono tornate le miserabili calunnie che riecheggiavano durante la stagione dei pentiti, quando e’ stato concepito il tradimento contro i socialisti nel silenzio assordante e pavido dei più, allora gli unici che hanno fatto sentire la propria voce di solidarietà sono stati, e li ringrazio ancora ancora per questo, Enrico Boselli e Saverio Zavettieri. E, se quel comune sentire è stato espresso quando la contingenza elettorale avrebbe consigliato altro, ritengo che adesso siamo sulla strada giusta. Per andare avanti uniti non occorrono abiure ne tanto meno penitenze da parte di alcuno, ne nuovi esami del sangue. Quando la nostra casa é stata abbattuta per sfuggire al crollo, per non essere sotterrati dalle macerie, ognuno di noi ha preso la sua strada. Era legittimo. Non e’ il caso, oggi, di scontrarci su chi ha compiuto la scelta più giusta. Fare questo significa rafforzare chi ha costruito la sua posizione sulle nostre divisioni, e oggi impallidisce alla sola notizia che alcuni di noi si sono incontrati ad una cena. Ne oggi ritengo utile discettare sul sistema elettorale e su altri dettagli tecnici, rischiamo di offuscare l’obiettivo. Sulla nostra collocazione non vi devono essere dubbi. La nuova casa comune socialista non può che essere edificata nello stesso spazio politico dove la collocarono i nostri padri fondatori e dove la fortificarono le generazioni successive che ebbero l’onore di guidare il nostro paese. La nostra nuova casa deve essere là dove la eressero Filippo Turati e Andrea Costa alla fine del 1800 e deve essere costruita seguendo il lascito di Gaetano Salvemini, la spinta propulsiva di Pietro Nenni, l’interesse per i lavoratori di Giacomo Brodolini, il decisionismo di Bettino Craxi. Ho sentito che qualcuno, nei giorni scorsi, ha definito il nostro progetto antistorico. Rispondo che di antistorico c’e’ soltanto questo antisocialismo che si perpetra nella regione più socialista d’Italia quando, invece, altrove, c’e’ considerazione per la nostra storia e rispetto per il nostro ruolo. Questo perché altrove è chiaro e evidente quello che dovrebbe essere chiaro e evidente anche in Calabria: senza i socialisti non si vincono le elezioni e senza i socialisti non si governa in modo stabile il paese. Per parte nostra sappiamo bene che da soli non possiamo vincere e che abbiamo bisogno di muoverci in un quadro di alleanze. Ma deve essere chiaro a tutti che senza di noi si perde anche se c’è qualcuno che pensa di andare al governo facendo a meno di noi e promettendo i pomodorini di Belmonte ad uno dei peggiori responsabili del degrado regionale. Dobbiamo muoverci in un quadro di alleanze coerente con il contesto europeo nel quale stare con dignità e con la schiena diritta, dicendo ai nostri compagni di viaggio che se ci portano dei fiori risponderemo loro con i fiori, ma chiarendo fin da subito che se ci danno degli schiaffi nessuno di noi e’ disponibile a porgere l’altra guancia. Filippo Turati parlando ad una assemblea di minatori e contadini siciliani, riferendosi al governo e alle sue mancate promesse, disse: “ci buffuniano”. Oggi allo stesso modo commentando il lavoro del Governo Berlusconi e quello della destra in Calabria potremmo dire la stessa cosa. O utilizzando il cosentino: “ci fissianu”. Prendono in giro tutti coloro i quali aspettavano un cambiamento e che oggi assistono, soprattutto nel Mezzogiorno in Calabria, al riproporsi di quel vecchio sistema clientelare basato sull’appartenenza e il comparaggio all’insegna del più becero consociativismo esibito senza pudore che mortifica le intelligenze che studiano nei nostri atenei e che si diplomano nei nostri istituti superiori. La sfida socialista e’ quella di creare un’alternativa. Essa, però non può in nessun modo partire dalla condivisione delle vicenda del concorsone, dell’aumento dell’indennità, dello scandalo dei mono gruppi. Dobbiamo avere la capacita di dialogare con i settori migliori della nostra società riuscendo ad essere credibili nei confronti di chi e’ consapevole delle enormi potenzialità che la nostra terra possiede dicendo a chi vuole investire il proprio tempo, il proprio denaro le proprie idee in Calabria : “fai bene e sappi che su di noi ci puoi contare”. Ritengo che sia questa la strada che insieme dobbiamo percorrere e sapendo che quanti di più saremo a sostenere le nostre idee tanto maggiore sarà la possibilità per i nostri uomini di guidare la nuova fase. Questo e’ il mio pensiero, questo oggi volevo dirvi. Ho molto pensato a questo appuntamento. Molto ho riflettuto. Mi sono seduto nella biblioteca di mio nonno, dove egli studiava, leggeva, e riceveva gli amici e compagni. Pensavo e intanto guardavo le sue foto : quella in compagnia di Pietro Nenni, quella più grande con Willy Brandt, quella in fondo che ritrae Pietro Mancini, vecchio e stanco, verso il quale si china sorridente Pietro Nenni. Tra i suoi libri, i suoi ricordi, ho riascoltato i suoi ragionamenti. Ho pensato a quando il pomeriggio ci ritrovavamo lì e parlavamo insieme, anzi, lui parlava della sua vita e dei suoi progetti, io incuriosito ascoltavo e gli facevo domande. Soprattutto negli ultimi tempi lui mi diceva : Giacomo, io non ti lascerò ne ricchezze ne averi, ma qualche libro e soprattutto un grande patrimonio costituito da una vita di battaglie oneste in favore della mia terra e ancora di più rappresentato da rapporti e di amicizie profonde che hanno segnato il percorso della mia esistenza che ho lasciato in ogni comune della nostra regione e anche altrove” Oggi, amici, penso che quel patrimonio debba essere il patrimonio di tutti noi e il nostro obiettivo deve essere quello di lavorare uniti per non disperderlo ed anzi per arricchirlo di altri grandi successi". GIACOMO MANCINI
 


 
 
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