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Dichiarazioni [ARCHIVIO ANNI PRECEDENTI]

Chi alimenta l'illegalità

28/7/2007

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Di seguito l'intervento pubblicato su "il Quotidiano".

La battaglia contro la ‘ndrangheta, che è la consorteria criminale economicamente più forte e militarmente più attrezzata al mondo, è da far tremare i polsi. E, però, se in questa lotta fossero schierati convintamente tutti i rappresentanti delle istituzioni democratiche, sono convito che alla fine, le forze dell’antistato sarebbero sconfitte.
In Calabria, purtroppo, la sfida è più difficile, e l’esito finale tuttaltro che scontato, perché non pochi rappresentanti delle istituzioni invece di prodigarsi per far prevalere le leggi dello Stato, pongono in essere atti e comportamenti che rafforzano le organizzazioni criminali e che alimentano l’illegalità e l’immoralità che demoliscono la credibilità delle istituzioni.
E’questo l’elemento che rende drammatica l’emergenza legalità in Calabria e la eleva a grande questione nazionale rispetto alla quale tutti coloro che vogliono impedire che una regione italiana rimanga sotto il controllo della ‘ndrangheta hanno il dovere di sentirsi impegnati.
Mi auguro che il poco tempo trascorso in Calabria dalla Commissione Antimafia sia stato almeno sufficiente per formare la consapevolezza, nei parlamentari che vi hanno partecipato, di quanto sia tragica la realtà che vive la nostra regione e di quanto sia impellente una profonda azione di pulizia morale.
L’impegno urgente e prioritario delle forze democratiche deve essere teso a sgominare la rete di connivenza e di collusione, che è estesa e capillare e che ha permesso la saldatura degli interessi delle organizzazioni criminali con quelli del comitato di affari che ha depredando i fondi pubblici che l’Unione Europea sta erogando a vantaggio della Calabria.
E’ questa la cifra della sfida che abbiamo davanti.
Per vincerla è indispensabile affrontare con determinazione e con coraggio il grande tema della contaminazione di non poche istituzioni all’interno delle quali prosperano comportamenti arbitrari, ispirati alla palese illegalità che è esibita con arroganza e che si fortifica nel trasversalismo che viene alimentato dalle pratiche affaristiche che vedono coinvolti partiti della destra che tramano con quelli della sinistra, uniti indissolubilmente sempre e comunque tanto da rendere ininfluente l’esito elettorale ed il passaggio di un partito e di una coalizione dal ruolo di maggioranza a quello di opposizione.
Tale situazione è talmente evidente che soltanto chi vuole salvaguardare l’impunità di chi ne è responsabile, può dichiarare di non percepirla nella sua gravità.
Per questo ho provato impressione e anche rabbia, durante le audizioni nella Prefettura di Reggio Calabria, ascoltando chi tentava di rubricare la collusione tra esponenti delle cosche e rappresentanti delle istituzioni in uno dei tanti problemi e nemmeno il più grave della Calabria; sentendo chi si sforzava di argomentare che l’unica emergenza è quella delle infiltrazioni delle cosche all’interno del porto di Gioia Tauro, prontamente corretto dal prefetto Mori che, con i suoi modi garbati, ma con la sua analisi ferma, ha chiaramente spiegato che in ogni porto di Italia e del mondo tentano di infiltrarsi gli uomini delle cosche; e udendo le parole di chi affermava che la contaminazione delle istituzioni era stata risolta con l’arresto di un consigliere comunale di Reggio Calabria accusato di essere vicino alla cosca Libri.
Ancora una volta, ho avuto la netta percezione di quanto sia forte e ramificata la rete di protezione che può vantare il sistema inquinato che prospera nella nostra terra.
Ed è contro questo sistema che deve nascere una forte ribellione democratica che coinvolga le donne e gli uomini di Calabria che sono nauseati da questo putrido stato di cose che impedisce la crescita civile, sociale ed economica della Calabria.
C’è bisogno di una voce che diventi sempre più alta tanto da superare quella cortina fatta di rassegnazione e di silenzi complici e omertosi che ancora garantisce la sopravvivenza di questo regime inquinato.
E’ nella voglia delle donne e degli uomini della nostra terra che è custodita la speranza di riscatto della Calabria.
L’augurio è che questo sentimento positivo si alimenti sempre più fino alla sconfitta della Calabria vecchia e che sia determinante per edificare la nuova Calabria.

 


 
 
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