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Dichiarazioni [ARCHIVIO ANNI PRECEDENTI]

Con il Ponte sullo Stretto Silvio festeggia tre volte

8/3/2009

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Con lo stanziamento da parte del CIPE della somma di 17,6 mld di euro per la realizzazione di infrastrutture strategiche tra le quali spicca il Ponte sullo Stretto, Silvio Berlusconi ha ottenuto tre significativi risultati.
Il primo è quello di rispondere con i fatti alla demagogia parolaia del PD. Quelli propongono un assegno per i nuovi disoccupati? Berlusconi destina fiumi di denaro pubblico per nuove infrastrutture che significa dare forza alle imprese grandi, medie e piccole, vuol dire creare nuova occupazione, equivale a decidere di fare crescere il Paese rendendolo più competitivo. Il secondo è quello di mettere finalmente con le spalle al muro l’ambientalismo più retrogrado, quello che basta solo parlare di aprire un nuovo cantiere che minaccia di scendere in piazza. Per coloro che fino a qualche mese bloccando le autostrade e mettendo a ferro e fuoco le città imponevano la loro agenda e le loro priorità, adesso c’è da fare i conti con un esecutivo che decide e lo fa facendosi guidare dall’interesse generale. Il terzo risultato è quello di chiudere la bocca a quelli che piagnucolano di una scarsa attenzione del governo per il Mezzogiorno. Berlusconi al Sud ci pensa non soltanto ripulendo la Campania dai rifiuti, ma anche investendo sulla realizzazione del Ponte che è un’opera non soltanto grande, ma che possiede un enorme valore simbolico. Del Ponte sullo Stretto, come ricorda Giuseppe Cruciali nel suo saggio “Questo ponte s’ha da fare”, si parla da quando nel 251 a.c. il console Lucio Cecilio Metello unì Calabria e Sicilia con un sistema di zattere galleggianti per elefanti, carri e soldati. Da allora (ed un po’ di tempo è passato) solo tante parole, tanti dibattiti, tanti scontri anche ideologici, ma nessun opera. Ecco perché la decisione del Governo e il conseguente stanziamento di una somma considerevole da parte del CIPE per il Ponte sullo Stretto devono essere sottolineati con la giusta enfasi. La politica del fare ha la meglio su quella dell’aspettare, del rimandare, di “sono altre le priorità” che però semmai vengono elencate, mai ma proprio mai vengono realizzate. In Italia dal punto di vista infrastrutturale, soprattutto nel Mezzogiorno, siamo fermi agli interventi realizzati a metà degli anni sessanta. Adesso c’è bisogno di ripartire e di far sapere anche alla comunità internazionale che l’Italia è un Paese che si vuole mettere nuovamente in moto. E un Paese che ambisce ad intraprendere una nuova fase di crescita e di sviluppo ha bisogno di un’opera che quel nuovo percorso possa simboleggiare. Il Ponte sullo Stretto sarebbe il ponte sospeso a campata unica più lungo mai costruito con i suoi 3300 metri di luce da pilone a pilone e supererebbe ampiamente quello di 2000 metri in Giappone. Insomma siano di fronte all’avvio di una realizzazione infrastrutturale storica che unisce il Paese e che da centralità al Mezzogiorno che da periferia negletta diventa area di espansione e di sviluppo.

 


 
 
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