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Dichiarazioni [ARCHIVIO ANNI PRECEDENTI]

L'approvazione del 41 bis è un fallimento per il Governo

18/12/2002

Giacomo Mancini jr, deputato al Parlamento, membro della Commissione giustizia della Camera è intervenuto più volte in aula, nel corso della discussione sul 41 bis, il provvedimento che rende definitivo il carcere duro, proponendo una serie di emendamenti migliorativi e più rispettosi delle libertà individuali. Al termine dell’esame, non avendo l’Assemblea recepito l’impostazione garantista condivisa da un gruppo di parlamentari trasversale agli schieramenti, Giacomo mancini jr ha espresso il voto contrario al provvedimento. Questo il testo della dichiarazione di voto. “Prendo con dispiacere la parola, in dissenso rispetto al mio gruppo, per preannunciare il voto contrario sul provvedimento in esame. Parlo con dispiacere perché, molto sommessamente, ritengo che tutti noi avremmo potuto percepire che l'articolo 41-bis rappresenta il fallimento evidente della Casa delle libertà la quale non perde occasione per sbandierare il proprio impegno a vantaggio delle libertà di tutti, ma che, invece, alla prova dei fatti, tutela unicamente la libertà o meglio l'impunità dei più illustri tra i suoi iscritti. Forse, questa poteva essere anche l'occasione giusta per evidenziare, con una forte carica critica, che l'articolo 41-bis è l'unico provvedimento previsto dalla Casa delle libertà per il Mezzogiorno che viene dipinto come schiacciato dalla criminalità organizzata. Al contrario, ritengo che, se si vuole sconfiggere la mafia e nello stesso tempo far rinascere il Mezzogiorno, occorra abbandonare definitivamente le teorie di qualche sociologo d'accatto che hanno reso famoso e fatto la fortuna di qualche professionista dell'antimafia. Sarà, inoltre, necessario puntare sull'istruzione, sulla cultura, sulla creazione di nuovi posti di lavoro, sugli incentivi ai giovani meridionali che vogliono fare impresa e su un'attenta politica infrastrutturale. Su tutto questo il Governo ha fallito. Sta a noi essere in grado di approfittarne, riappropriandoci del concetto di libertà che appartiene alla storia della sinistra italiana”.
 


 
 
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