Giacomo Mancini jr, deputato dell’Ulivo, ha ricevuto dalla Commissione Ambiente e tutela del territorio della Camera dei Deputati, la risposta all’interrogazione che aveva presentato al Ministro Altero Matteoli, per sapere “se e quali iniziative il Ministro intenda prendere per evitare che si proceda ad affidamenti diretti del servizio come quello che si sta valutando di effettuare all’Ato 1 di Cosenza, ritenuti dallo stesso Ministro illegittimi e forieri di responsabilità per gli esercenti di pubblica funzione che, nel caso di contrasto tra normativa interna e normativa comunitaria derivante dai trattati, non provvedono alla disapplicazione del diritto interno in favore del diritto comunitario”.
Questo il testo della risposta:
“In riferimento all’interrogazione in oggetto, si coglie con piacere l’occasione di precisare che il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio ha sempre assunto una posizione di contrarietà netta rispetto alle procedure di affidamento del servizio idrico integrato con affidamenti senza gara europea e, quindi, in violazione della normativa comunitaria.
L’emanazione del decreto di attuazione dell’art.20 della legge Galli n. 36/94 avvenuto in data 22 novembre 2001, a distanza di otto anni dall’emanazione della legge sul servizio idrico integrato, è stato il primo tangibile segnale della volontà di questo Ministero di indirizzare le Autorità d’Ambito ad affidare il servizio in concessione a terzi secondo le modalità che il decreto disciplina.
L’art. 35 della legge 488/01, seppur affermando astrattamente il principio dell’assegnazione del servizio soltanto a seguito di procedura concorsuale ad evidenza pubblica, presenta deroghe che di fatto legittimano proroghe delle gestioni avvenute senza gara per un periodo eccessivamente lungo ed introduce una modalità gestionale a società inizialmente tutte pubbliche, poi privatizzate, che si pone in contrasto con la disciplina comunitaria.
Le argomentazioni della Commissione Europea, contenute nell’atto di messa in mora del 26 giugno 2002, definiscono con chiarezza il quadro comunitario e la non conformità di alcune disposizioni dell’art. 35 rispetto ad essa. La posizione della Commissione Europea è condivisa pienamente dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio.
A tale riguardo, si evidenzia altresì la circolare del 18 marzo 2003 con la quale, in riferimento all’art. 35, comma 5, della citata legge 488/01, si invitano le Autorità d’Ambito alla non applicazione dello stesso e si evidenziano le responsabilità di ordine amministrativo e contabile che possono scaturire dalla violazione della normativa comunitari a di rango primario, ovverosia quella derivante dai Trattati, la quale non consente di aggirare il confronto con il mercato nell’individuazione dei soggetti gestori dei servizi pubblici e, quindi, anche di quello idrico. Il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio ha il quadro preciso ed aggiornato degli affidamenti avvenuti nel rispetto della normativa e di quelli che sono avvenuti e stanno avvenendo nel mancato rispetto di questa. L’emanazione dei provvedimenti di cui sopra dimostra la grande attenzione che il Ministero ha nei confronti di questi aspetti legati alle modalità di affidamento e la conseguente determinazione ad assumere ogni iniziativa utile ai fini della diffusione delle corrette linee di indirizzo in materia gestionale”.
Giacomo Mancini ha così commentato: “Questa risposta scrive la parola fine alla breve e infausta storia della Cosenza Acque Spa”.
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