Giacomo Mancini, primo dei candidati calabresi nella lista della Rosa nel Pugno alla Camera dei Deputati, nel corso della conferenza stampa che si è svolta a Lamezia ha tra l’altro affermato:
“Anche in Calabria la Rosa nel Pugno è bersaglio di ripetuti atti di ostilità commessi da alleati che a parole dicono di essere amici, ma che nei fatti dimostrano una crescente insofferenza per l’entusiasmo che accompagna la nostra nuova forza politica.
In particolar modo c’è un partito che dopo aver offerto ospitalità nelle proprie liste a Bobo Craxi in Lombardia e a Giorgio Carta in Basilicata ha preteso in cambio la presentazione delle liste del PSDI e dei SOCIALISTI, per le quali si è, prima, attivato per prestare l’assistenza nella raccolta delle firme e poi si è impegnato nel pagamento della massiccia campagna di propaganda.
L’obiettivo è quello di rallentare, nelle regioni dove la tradizione socialista è più radicata, la crescita della Rosa nel Pugno che anche in Calabria viene percepita ed apprezzata per essere l’unico elemento di novità di questa campagna elettorale.
Per raggiungere tale obiettivo non è da escludere che, come nel periodo della mattanza giustizialista, sia stato anche sollecitato l’intervento di qualche zelante Procuratore della Repubblica al quale è stato chiesto di riesumare quei maleodoranti teoremi che in passato sono stati inventati per colpire Giacomo Mancini, vittima di una lunga e ingiusta persecuzione giudiziaria”.