Giacomo Mancini, primo tra i candidati calabresi della Rosa nel Pugno alla Camera dei Deputati, nel corso della conferenza stampa insieme a Daniele Capezzone, segretario dei radicali italiani, tenutasi a Vibo Valentia, ha tra l’altro affermato:
“Il regime del carcere duro previsto dal famigerato articolo 41 bis costituisce una barbarie e deve essere cancellato dall’ordinamento.
La criminalità organizzata non si combatte legalizzando la tortura all’interno delle carceri, né tanto meno privando alcuni detenuti, per i quali deve sempre valere il principio costituzionale di non colpevolezza, dei diritti individuali più elementari.
La Rosa nel Pugno intende rompere quel velo di ipocrisia che ha portato nella passata legislatura all’approvazione pressoché unanime della stabilizzazione del 41 bis, denunciando la gravità di una norma liberticida.
Auspichiamo che questa nostra battaglia sia condivisa anche da quella parte della sinistra che con ragione si indigna per le sevizie all’interno di alcune strutture speciali americane, ma finge di non accorgersi di quanto sia drammatica la vita all’interno delle carceri italiane”.