Quello che segue è l’intervento che Giacomo Mancini voleva svolgere questa mattina durante i lavori del Consiglio Comunale di Cosenza.
Il Sindaco, in dispregio di ogni regola democratica ha impedito che si svolgesse il dibattito:
Signor Presidente, Signor Sindaco, colleghi,
quando un sindaco, in maniera del tutto inusuale, forma una nuova giunta alla vigilia della campagna elettorale, o meglio il giorno stesso della presentazione delle liste, dovrebbe essere convinta di poter trarne vantaggio in termini di consensi per il suo partito e la sua coalizione e comunque dovrebbe non sfuggirle che le sue scelte saranno giudicate non solo dal consiglio comunale, ma anche dagli elettori.
Noi riteniamo che le ultime decisioni del Sindaco siano profondamente sbagliate e temiamo che possano produrre effetti drammaticamente negativi alla coalizione di centrosinistra proprio quando erano percepibili i segnali di una vittoria scontata.
Per questo abbiamo il dovere di denunziare la gravità dell’errore commesso impegnandoci a far capire agli elettori che il nostro obiettivo è quello di porvi rimedio, rimettendo in carreggiata la guida amministrativa.
Cosenza rischia di tornare indietro di vent’anni.
Stanno riemergendo i metodi più beceri della peggiore partitocrazia.
Stanno tornando gli anni bui che pensavamo di esserci lasciati definitivamente alle spalle.
Il Modello Cosenza affermatosi con Giacomo Mancini rischia di essere seppellito.
Arrassusia! è il commento più diffuso in città. Arrassusia! dice l’impiegato intrappolato nel traffico. Arrassusia! dice la pensionata che aspetta l’autobus che non passa. Arrassusia! dice il professionista che trova i cassonetti stracolmi sotto casa. Arrassusia! dicono i cosentini che vedono materializzarsi di nuovo il fantasma di una città che avevano dimenticato.
Questa involuzione è imperdonabile: costituisce un tradimento per le donne e per gli uomini che riconoscendosi nel movimento fondato da Giacomo Mancini, hanno creduto in lei, signor Sindaco, l’hanno sostenuta con generosità e per tutta risposta hanno da Lei ricevuto solo una lunga inopinata serie di atti di ostilità condotti in maniera premeditata e con ingiustificata violenza.
Quello che è ancora più grave, però, è che il tentativo di cancellare il Modello Cosenza rappresenta il tradimento di migliaia di cittadini che pensavano che con la sua guida, Signor Sindaco, la città avrebbe continuato a conoscere una stagione di successi amministrativi e di autorevolezza politica nella scia del lavoro svolto da Giacomo Mancini.
Purtroppo, per adesso, quelle speranze sono state tradite.
E’ infatti percepibile la profonda frattura che si è creata tra la guida amministrativa e l’intera cittadinanza di Cosenza.
Eppure il cammino da percorrere era tracciato: occorreva proseguire nelle direttrici definite da Giacomo Mancini, che sono ancora valide e che rappresenteranno una bussola per gli amministratori dei prossimi dieci anni.
Certo, per raggiungere lo scopo, non ci sfuggiva l’esigenza di affiancare ad un nuovo Sindaco una nuova squadra di collaboratori composta da personalità del mondo accademico, di quello delle professioni e di quello dell’associazionismo e del volontariato che lavorasse gomito a gomito con i componenti di una macchina organizzativa e burocratica perfettamente funzionante ed assolutamente efficiente messa in piedi in dieci anni di scrupoloso e puntuale lavoro.
Purtroppo, però non avevamo tenuto in conto che i professionisti della distruzione erano in agguato ed erano pronti a diffondere i loro germi mortali anche nelle stanze del comune.
Hanno iniziato nel mese di luglio dell’estate scorsa costringendo il nostro comune a svilire la propria funzione e ad entrare in un campo, quello calcistico, che non è di sua competenza e che ha causato una serie di fratture tra istituzioni ed ha provocato un evidente allontanamento dai sentimenti dell’opinione pubblica.
Da allora tutto è cambiato. In peggio.
I germi si sono riprodotti ed hanno avvelenato il clima rendendo l’aria irrespirabile, provocando una disarticolazione all’interno della casa comunale dove sono stati propagati veleni, infide insinuazioni, latenti sospetti che avevano il solo fine di mettere uno contro l’altra le donne e gli uomini che nel corso degli anni passati hanno lavorato gomito a gomito in un clima di collaborazione e rispetto reciproco avendo come unico obiettivo l’avanzamento della nostra città.
Al di fuori del Comune è stato anche peggio: la cittadinanza ha iniziato progressivamente a non sentirsi rappresentata dalla guida amministrativa della città. Oggi che, anche quelle personalità che con la loro presenza garantivano un collegamento con i soggetti sociali più vitali e più dinamici della nostra società, sono state messe nelle condizioni di abbandonare, è evidente che il rischio di retrocedere tra le amministrazioni deludente è concreto.
Noi a questo cupi dissolvi non ci stiamo. Non ci stiamo a ripiombare nella mediocrità. Non ci stiamo a deludere le speranze di dar spazio ad una classe dirigente più giovane e più moderna.
Non ci stiamo a regalare Cosenza alla destra quando in Calabria, nel Mezzogiorno e in tutto il Paese è sempre più evidente il suo fallimento.
Per questo riteniamo che sia indispensabile imprimere una svolta alla guida amministrativa di Cosenza. E per questo chiediamo ai cittadini di darci il loro sostegno per raddrizzare le cose, per sconfiggere i professionisti della distruzione e per ripartire con slancio alla conquista di quella credibilità conquistata in dieci anni e che sarebbe un delitto imperdonabile disperdere per sempre.
Ci rivolgiamo ai cittadini. Questo si fa in democrazia.
Senza rappresaglie, senza ritorsioni.
Vogliamo tornare ad essere orgogliosi di dirci cittadini di una città con una guida forte, autorevole e credibile.
I cosentini hanno bisogno di certezze. La destra a Roma e a Catanzaro ha aumentato le difficoltà dei cittadini, ha reso la vita quotidiana insicura, piena di rischi e di incertezze per il futuro.
Ecco perché, ancora di più oggi c’è bisogno di una guida che esprima posizioni autorevoli che non mutino a seconda degli umori; c’è bisogno di una guida amministrativa credibile che sappia parlare in maniera convincente a tutti i cittadini e che sia rispettata da tutti e non soltanto da una parte minoritaria. C’è bisogno di una guida che percepisca le ansie e i timori dei cittadini che rappresenta e che sappia governare le tante emergenze che purtroppo ci sono.
Le fasce del disagio aumentano. E se la destra taglia le spese, un’amministrazione riformista si deve prodigare per stare vicino ai bisogni dei suoi cittadini. Sono troppi i cosentini che non ce la fanno e che vivono in condizione di indigenza. Sono tanti quelli che patiscono la crisi del commercio e che chiedono un’amministrazione che li ascolti e non che li ostacoli. Sono tante le situazioni occupazionali in difficoltà (dall’AMACO, alla Vallecrati, dalla Multiservizi alle cooperative) che aspettano soluzioni convincenti.
Sono tantissimi quelli che capiscono che il Comune non può risolvere i problemi di tutti, ma che si indignano se vedono che nella pratica amministrativa c’è supponenza, arroganza e poco amore per la nostra città.
La sfida è oggi quella di dare risposte a queste esigenze ricucendo rapporti di collaborazione con tutti i riferimenti sociali, economici, culturali e politici della nostra città.
E’ necessario tornare al Modello Cosenza.
E questa la nostra sfida. Vincendola concorreremo a rendere il centrosinistra differente e migliore di questa destra. E questo è determinante alla vigilia di un voto importante che può incidere favorevolmente sui destini della nostra regione e del nostro Paese.
Auspichiamo quindi che si riprenda il cammino.
Lo facciamo perché riteniamo che questo rappresenti l’unico modo per rafforzare la nostra coalizione. Noi siamo rimasti fedeli all’impostazione iniziale e siamo rimasti coerenti alla storia che ambiamo a rappresentare.
Il trasformismo è uno dei mali peggiori della nostra terra. Le nuove generazioni devono esserne immuni. Non è un modello credibile quello dei cambi di casacca e delle porte girevoli.
Noi stiamo sempre dalla stessa parte. Da più di cent’anni.
Dalla stessa parte che occupava Pietro Mancini, quando una giornata di autunno del 1907, uscì dalla propria abitazione di Largo Vergini, percorse Corso Telesio e raggiunse il vecchio Municipio per partecipare ad una seduta del consiglio comunale, dalla stessa parte di Adolfo Di Mizio, di Michele Cozza, di Giacomo Mancini, di Maurino Leporace,
Dalla parte di quegli onesti socialisti cosentini che si sono battuti per la nostra città.
Coerenti con quella lezione e con quegli insegnamenti ci impegniamo cent’anni dopo per la nostra città e per rafforzare la nostra parte politica denunziando con forza quando qualche suo dirigente imbocca una direzione sbagliata, pronti a spenderci anche in prima persona per riprendere il cammino.
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