“Loiero dà una ricostruzione di comodo: si sta accorgendo oggi della criminalità organizzata, un problema risalente nel tempo che affligge la Calabria. Nella sua intervista a “L'Unita” il presidente della Regione dice di non aver voluto candidare nella sua lista due persone, perchè avevano rapporti di sola parentela con personaggi legati alla ’ndrangheta: considerato che oggi 24 dei 50 consiglieri della Regione sono indagati e inquisiti per reati gravi, questa affermazione andrebbe rivista”. Con queste parole Giacomo Mancini, deputato calabrese della Rosa nel pugno, commenta all'ADNKRONOS l'intervista al presidente della Regione Calabria, Agazio Loiero. “I calabresi - continua Mancini - sono molto delusi dal lavoro di Loiero: si aspettavano uno scatto di rottura rispetto al passato. Dopo un governo regionale di centrodestra, si voleva da lui uno slancio d'innovazione e di modernizzazione verso una realtà in cui non esistesse collusione tra ’ndrangheta e istituzioni. Purtroppo, a oggi, così non e' stato. Rispetto agli episodi di violenza in cui e' coinvolta la nostra terra, le istituzioni continuano a dare risposte deboli; questo e' dovuto anche a una loro scarsa credibilità: tanti, troppi amministratori regionali sono sotto processo”. “Di certo - conclude il capogruppo della Rosa nel pugno in commissione antimafia - i partiti del centrodestra e alcuni del centrosinistra fanno ben poco per dare risposte ferme e convincenti a questo tipo di problematiche. Molti dei partiti politici in Calabria presentano un alto grado di collusione con la ’ndrangheta. Infatti, molto spesso le alleanze politiche nascono prima sugli affari, per configurarsi poi nel panorama politico. E per capire quanto “l'affarismo” sia dilagante, basta seguire le dinamiche del mondo della sanità e dei rifiuti”.
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