Giacomo Mancini, deputato di Cosenza, ha rilasciato alla Gazzetta del Sud un commento sull’ipotesi di fusione delle squadre di calcio del Cosenza e del Rende:
Non esiste tifoso al mondo che possa solo pensare di barattare la passione per la propria squadra del cuore con qualsiasi altra cosa. Nel calcio è più che giusto farsi guidare dalla visceralità dei sentimenti, dall’amore per la propria bandiera, dall’attaccamento ai propri colori. Nel calcio è più che lecito difendere il proprio campanile anche con faziosità. Per questo sono contrario, anzi contrarissimo, a qualsiasi fusione tra il Cosenza e un’altra squadra. Ad iniziare da quella degli “odiati” cugini del Rende. Sarebbe come chiedere ad un tifoso del Torino di gridare Forza Juve, o ad uno della Roma di accettare come Capitano, al posto di Totti, Paolo Di Canio. Noi cosentini siamo stati già defraudati dell’arcinoto intrigo politico-affaristico-sentimentale sulla linea Cosenza-Roma-Firenze. Adesso non ci si può chiedere di rinunciare ai nostri colori rossoblu, al nostro glorioso Lupo per “contaminarci” con chi ha sempre militato in serie inferiori alle nostre. E poi mi sembra perlomeno strano che gli amministratori che sono sempre stati acerrimi nemici della realizzazione di una sola grande città tanto da non consentire agli autobus dell’Amaco di valicare il Campagnano senza essere sequestrati dai vigili, adesso siano stati convertiti alla fusione calcistica. C’è odore di interessi. E’ questo è il punto. Senza imprenditori seri che pensino anche a tutelare i propri interessi, ma che prima salvaguardino quelli dei nostri colori, saremo comunque sempre condannati all’anonimato. Non c’è fusione che tenga. Per questo suggerisco al Comune di Cosenza di prendere le distanza dagli affaristi e dagli speculatori che sono in agguato, e di sollecitare imprenditori seri dai quali pretendere impegni seri. E non mi si dica che non ci sono, perché non è vero visto, solo per fare degli esempi, che con Pagliuso siamo stati quattordici anni in B e con i Manna abbiamo conquistato la serie A di pallanuoto. Con al proprio fianco imprenditori seri e capaci è giusto poi che il Comune si faccia sentire a Roma per chiedere, anzi per pretendere, che la Federazione ripaghi al torto e all’ingiustizia e chi quindi riammetta il Cosenza alla serie B. null
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