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Dichiarazioni [ARCHIVIO ANNI PRECEDENTI]

PD, a rischio la stabilità alla regione

14/9/2007

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Qui sotto l’intervista pubblicata sul Quotidiano della Calabria.

La nascita del Partito democratico ha monopolizzato per tutta l’estate il dibattito politico mettendo in ombra il progetto della costituente socialista di Borselli, Bobo Craxi, Saverio Zavettieri e Gianni De Michelis. Da lunedì si riparte con un’iniziativa a Paola.
“In effetti giornali e tv non parlano altro che delle primarie- commenta il deputato Giacomo Mancini - e però le polemiche violente e gli scontri sempre più aspri tra candidati hanno trasformato l’appuntamento di metà ottobre in una contesa tra vecchie oligarchie. Il risultato finale e il vincitore non è messo in discussione da nessuno, ma tutti lottano per meglio posizionare la propria corrente all’interno del partito che nascerà. Ad una competizione del genere, nonostante la grande attenzione dei media, saranno ben pochi i cittadini a partecipare".
 I segnali di una competizione ci sono tutti, tre candidature tra le quali quella più autorevole appare quella di Marco Minniti…
"E’ evidente che la vera partita che si sta giocando non è quella della segreteria regionale, ma quella del futuro candidato a Governatore della Calabria. La contrapposizione tra Marco Minniti e Agazio Loiero, che ha deciso di far correre una sua candidata, ne fornisce la conferma. Ecco perché temo che, a prescindere da quale sarà l’esito finale della contesa, si aprirà una nuova fase di instabilità nel governo regionale che purtroppo già adesso non brilla".
E voi socialisti come rispondete al Pd?
"Con le primarie delle idee. Allo scontro tra gli apparati di ex comunisti e di ex democristiani, preferiamo l’elaborazioni di nuove traiettorie per il nuovo socialismo del terzo millennio e per un governo migliore del nostro Paese. Per questo il 5 e 6 ottobre a Roma daremo vita alla conferenza programmatica che fisserà le sfide del nostro nuovo partito".
Finalmente sarà decretata la fine delle divisione tra i socialisti?
"La ritrovata unità tra tutti i socialisti è un passo fondamentale. Finalmente riusciamo a dare soddisfazione al sentimento dei tanti elettori socialisti che da quindici anni invocavo un lavoro in comune tra tutti gli spezzoni del glorioso PSI. E, però, il nostro progetto coinvolge da protagonisti anche coloro che hanno una storia nella sinistra diversa dalla nostra, come per esempio Gavino Angius e Emanuele Macaluso, e che oggi, insieme a noi, ritengono indispensabile per il Paese e per il centrosinistra dare vita ad un grande partito del socialismo europeo per come avviene in Inghilterra, in Francia, in Spagna".
Lei parla di socialismo europeo, ma come pensate di declinare il progetto in Calabria?
"La nostra è sempre stata la regione più socialista d’Italia. In Calabria possiamo vantare un patrimonio centenario di battaglie di sviluppo e di progresso grazie all’impegno di grandi dirigenti che hanno occupato ruoli nazionali e di ottimi amministratori del governo locale. Sono convinto che l’unità tra gli eredi di quella tradizione, il lavoro comune tra lo SDI, i Socialisti guidati da Saverio Zavettieri e le tante sigle e associazioni socialiste, possa attrarre anche molti socialisti che sono andati in Forza Italia, ma che oggi sono indignati per il consociativismo e il trasversalismo di quel partito con i settori più opachi del centrosinistra. Ed ancora ritengo che il nostro impegno per la legalità e contro la collusione presente in non poche istituzioni possa stimolare il coinvolgimento di molte energie fresche presenti nella società calabrese".
Anche con la Sinistra Democratica?
"Certo. Dirigenti coraggiosi e valorosi come Mimmo Talarico (primo dei non eletti dei consiglieri regionali Ds e coordinatore  della provincia di Cosenza di Sinistra Democratica ndr), per esempio,  potrebbero contribuire da protagonisti alla creazione del partito socialista del terzo millennio".
Il PD ha sottratto alla vostra area alcuni storici dirigenti socialisti come Sisinio Zito, Sandro Principe e Cesare Marini . Vi sentite orfani?
"Non giudico le decisioni di dirigenti che hanno una storia autorevole. Mi limito però a constatare come l’ospitalità a loro riservata dagli ex democristiani e dagli ex comunisti nel PD non si possa definire delle migliori visto che sono stati condannati a ruoli marginali se non addirittura subalterni. E’ la conferma che in tanti settori del PD permane un antisocialismo viscerale che produce continui atti di ostilità contro i nostri vecchi e nuovi dirigenti".
Si riferisce al caso Cosenza?
"I fatti di Cosenza sono gravissimi e a tutti noti. E però le attenzioni negative nei nostri confronti si ripetono in non poche realtà della Calabria. Pensi che i nostri dirigenti a Vibo a Reggio, ma anche nelle altre province, sono costretti a subire blandizie e minacce che se dovessero continuare pregiudicheranno i rapporti di collaborazione all’interno della coalizione".
A proposito di centrosinistra, Rifondazione Comunista in Calabria lancia segnali di collaborazione ai partiti che non aderiscono al PD.
"Con Rifondazione ci dividono i temi che riguardano le politiche del lavoro, ma ci unisce il comune impegno a difesa della laicità dello Stato. E, poi in Calabria, con il nuovo segretario Pino Scarpelli c’è una profonda condivisione della battaglia contro l’illegalità e il malaffare che soffocano la nostra terra. Su questo fronte potremo fare molto insieme".

 


 
 
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