All’indomani dell’uccisione del vice presidente del consiglio regionale alcune autorevoli personalità commentarono dicendo che la Calabria era diventata un protettorato della ‘ndrangheta, oggi, a due anni di distanza, nonostante gli sforzi profusi dal governo centrale, dagli inquirenti e dalle forze dell’ordine la situazione è, se possibile, addirittura peggiorata- così Giacomo Mancini del Partito Socialista nel secondo anniversario dell’omicidio di Franco Fortugno. In questa drammatica realtà – ha continuato il capogruppo socialista in commissione Antimafia- in tanti predicano il bisogno di legalità, in pochi, però la praticano: l’arbitrio ha ormai preso il posto delle regole, le leggi dello stato sono calpestate dalle forze dell’antistato che possono vantare rapporti stretti o strettissimi con non pochi rappresentanti delle istituzioni e dei partiti insieme ai quali gestiscono gli ingenti fondi stanziati per lo sviluppo di questa terra potendo contare su coperture e protezioni in settori dello stato contigui a questo sistema. L’unica speranza per la Calabria – ha concluso il deputato dello SDI- è rappresentata da una vigile attenzione delle istituzioni nazionali e dalla grande mobilitazione spontanea di un numero importante di donne e uomini onesti che fanno sentire con sempre maggiore insistenza la loro indignazione per questo stato di cose e che sono alla ricerca di interlocutori credibili nella parte sana della società calabrese per costruire una terra libera dalla illegalità e dall’immoralità che la soffoca
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