Vorremmo sapere se c'e' un'amministrazione che vuole continuare ad alimentare l'odio, la calunnia, le insinuazioni contro la nostra parte politica. A sostenerlo è stato Giacomo Mancini, del Partito Socialista nel corso dei lavori del Consiglio comunale di Cosenza di oggi. Prendo atto con dispiacere - ha aggiunto - che questo punto non e' stato sfiorato da nessun intervento e me ne rammarico, perchè a uscire male da questa fase non è solo una parte politica, ma è la città che non capisce cosa si vuole fare. Cosenza non capisce perchè all'interesse della comunità si sostituisce il teorema dell'odio contro i socialisti. Ieri - ha proseguito Mancini - i 9 consiglieri del nostro gruppo sono stati vittime di una delle pagine più scure della città e di questa assemblea. Esprimo la più viva solidarietà politica nei confronti del vice presidente Incarnato che ha subito, a più riprese, vere e proprie aggressioni non degne di quest'aula e dell'alta tradizione democratica della nostra città. Ma ritengo - ha sostenuto Mancini - che tutta questa fase politica rappresenti un lungo momento negativo. Ieri i cosentini hanno letto sui giornali delle dimissioni del sindaco. Dimissioni che non sono state mai presentate. Nessuno però, primo tra tutti l'avv. Perugini, si è sognato di venire in Consiglio comunale, quell'assise che lui nel suo programma aveva detto di voler rendere fulcro di tutte le decisione, per spiegare all'opinione pubblica cosa si stava svolgendo nelle segrete stanze. Anche oggi notiamo, seppure con una fugace apparizione, l'assenza di Perugini. Mentre bisognerebbe spiegare alla cittadinanza perchè ha minacciato le dimissioni, per i problemi quotidiani dei cosentini? Per i grandi problemi della città? o, al contrario, le dimissioni sono state annunciate ma mai presentate perchè all'interno della maggioranza ci sono fibrillazioni e divisioni che anche oggi emergono in maniera evidente? Porre questo interrogativo non rappresenta solo il legittimo esercizio dell'opposizione in Consiglio, ma la richiesta della comunità che vuole capire. Abbiamo assistito - ha proseguito - a una liturgia, per minima parte andata in scena in quest'aula e per la gran parte svoltasi nelle segrete stanze, che ha consumato accordi inventando persino la fattispecie della presidenza a termine. Il presidente non dovrebbe essere a termine o a gettone, il nodo politico è: questa amministrazione vuole continuare rispetto alla politica dell'odio che da tanto tempo ha imboccato, con l'unico obiettivo di infangare e insolentire la storia socialista? O vuole prendere la posizione auspicata da tanti interventi, anche qui in consiglio, di aprire un confronto nella legittima differenza rispetto alle opinioni amministrative, ma fondato sul rispetto.
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